Il Giorno – Milano

I numeri sono importanti, ottenuti con fatica e grinta imprenditoriale. E in un momento così difficile in cui i produttori devono sostenere i costi tra i più alti di Europa e districarsi tra una burocrazia tra le più farraginose del mondo, il successo vale il doppio. I formaggi italiani viaggiano a gonfie vele all’estero. Grana Padano DOP e Parmigiano-Reggiano DOP la fanno da padroni, seguiti dai lombardi Gorgonzola DOP, Taleggio DOP, Provolone Valpadana DOP e altri tipi di formaggi duri da grattugia, ma ci sono anche la la Fontina DOP, la crescenza e la Robiola

leader indiscussi dei formaggi di casa nostra che i casari esportano all’estero. «Abbiamo sfondato il tetto dei 2 miliardi di euro e delle 300.000 tonnellate di formaggi portati nel mondo – sottolinea Adriano Hribal, delegato della presidenza di Assolatte. Sono numeri davvero importanti. Risultati che ci riempiono di orgoglio e che vanno al di là delle nostre migliori previsioni. Oramai siamo ai primissimi posti della classifica mondiale dei grandi Paesi esportatori di formaggi. In Europa davanti a noi ci sono solo le grandi corazzate: Olanda, Germania e Francia». Il Consorzio di tutela del Grana Padano DOP ad esempio sottolinea come nei primi undici mesi dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle le esportazioni hanno registrato un incremento del 5,87 per cento.

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