L’olio extravergine di oliva Toscano IGP è ottenuto dai frutti dell’olivo delle varietà Americano, Arancino, Ciliegino, Frantoio, Grappolo, Gremignolo, Grossolana, Larcianese, Lazzero, Leccino, Leccio del Corno, Leccione, Madonna dell’Impruneta, Marzio, Maurino, Melaiolo, Mignolo, Moraiolo, Morchiaio, Olivastra Seggianese, Pendolino, Pesciatino, Piangente, Punteruolo, Razzaio, Rossellino, Rossello, San Francesco, Santa Caterina, Scarlinese, Tondello e loro simili. La zona di produzione del Toscano IGP comprende l’intero territorio della regione Toscana. L’olio presenta un colore dal verde intenso al giallo oro. L’odore è fruttato, accompagnato da aroma di mandorla, carciofo, frutta matura e verde di foglia. Sono presenti note spiccate ed equilibrate di amaro piccante. Consortium ha intervistato il direttore marketing Christian Sbardella.
Qual è il numero di produttori iscritti alla vostra IGP aggiornato all’ultimo anno? Attualmente la il numero di aziende iscritte al Consorzio ammonta a 8.665, suddivise fra 8.477 olivicoltori, 248 molitori e 429 imbottigliatori.
Ritenete che il valore di mercato della vostra denominazione sia soddisfacente? La domanda necessita di una risposta articolata per comprendere l’entità e l’importanza del tema. L’attuale apprezzamento economico dell’olio Toscano IGP nel parametro sopra citato si attesta su livelli decisamente confortanti se commisurati al valore esercitato dalla categoria degli extravergine di oliva. Questa importante premessa ci rende comunque consapevoli che ancora non siamo arrivati al raggiungimento di una completa gratificazione nella remunerazione finale del prodotto, ma assume al tempo stesso un significativo posizionamento che si propone quale stimolo per incrementarne sempre più il proprio valore di mercato teso all’ottenimento di quelle quotazioni molto più prossime alle necessità espresse dal mondo della produzione.
Qual è il mercato di riferimento della vostra denominazione? Quali sono i mercati stranieri più interessanti per voi? L’olio Toscano IGP presenta una forte penetrazione commerciale nei mercati esteri, dove si attestano quote significative sino a raggiungere circa il 70% della produzione certificata annualmente. Il segmento estero si configura poi con una determinante presenza del mercato extra-europeo, dove gli USA sono capaci di assorbire quasi la metà del volume destinato all’export del Toscano IGP. Seguono Paesi altrettanto rilevanti, come il Canada, per poi spostare il baricentro verso est con Giappone, Corea e segnali di interesse anche dalla Cina. Nel mercato interno all’UE, Paesi come Germania, Francia e Nord Europa rappresentano i principali protagonisti.
Quali sono i punti di forza e i punti di debolezza della vostra denominazione? Può sembrare quasi pleonastico, ma il prominente punto di forza risiede proprio nello stesso nome della denominazione, in grado di creare un solido posizionamento valoriale quale espressione della molteplicità di fattori ed attributi intrinseci al prodotto ed espressione del suo territorio di origine: la Toscana. La ricchezza varietale, le micro differenze zonali nelle variegate caratterizzazioni pedoclimatiche ed ambientali, inclusi i valori umani legati alle culture locali, si sintetizzano ed armonizzano perfettamente nella Indicazione Geografica Protetta Toscano. Resta altresì fondamentale rimarcare la solidità dell’impianto garantistico affidato alla certificazione e al suo rigido disciplinare di produzione quale strumento di tutela propedeutico anche alla promozione del prodotto stesso, nella chiara e tangibile manifestazione di un vero, sincero e solido processo di valorizzazione. Al contempo, però, l’insufficienza di una piena consapevolezza e cultura da parte del consumatore finale coinvolge lo stesso nome, in mancanza di certificazione, in un percorso di deviazione nel corretto riconoscimento del vero olio toscano proprio laddove l’acquirente, carente di opportune e corrette informazioni, risulti convinto di scegliere un olio toscano seppur privo dei requisiti previsti dalla Indicazione Geografica. Questo gap rappresenta quindi per il Consorzio un obiettivo verso il quale indirizzare le proprie azioni di comunicazione volte proprio all’incremento culturale del consumatore.
Fonte: Consortium 2021_03