L’UNITA’ – FOOD POLITICS
Tra poco meno di un mese quasi 390 milioni di cittadini europei, residenti nei 28 stati membri, si troveranno a scegliere i 751 rappresentanti che siederanno nel Parlamento Europeo. Una votazione che probabilmente sarà più determinante delle precedenti tornate; in parte grazie al recente ampliamento dei poteri del Parlamento Europeo che per esempio per la prima volta nella storia dell’UE potrà esprimersi su chi guiderà la Commissione Europea, organo esecutivo dell’UE; in parte perché in questo momento storico l’Europa, per mera sopravvivenza, dovrà fornire risposte su sfide che, per caratteristiche intrinseche, non si fermano ai confini nazionali, ma richiedono soluzioni concordate e condivise. Una su tutte la Politica Agricola Comune.
In Europa, il ruolo della PAC è quello di sostenere e pianificare il settore primario nei paesi dell’Unione con il bilancio che rappresenta quasi il 40% di quello dell’intera Unione. Un aspetto molto sostanzioso. Come dimostrato dalla nuova PAC 2014-2020 rilasciata nel Novembre scorso, le discussioni sui singoli aspetti della PAC sono spesso frutto di mediazioni complesse, dove tematiche positivi (politiche giovanili e sostegno alle imprese) si affiancano ad soluzioni che lasciano molti dubbi (complicazioni burocratiche in relazione a impegni e risorse disponibili).
Ma se c’è un aspetto positivo nel laborioso processo della PAC è il lavoro del Parlamento che ha smussato molte asperità e complessità del documento proposto dalla Commissione trasformando un insuccesso in un buon passo in avanti. Un parlamento che, grazie anche all’ottimo lavoro della Commissione Agricoltura presieduta da Paolo De Castro, nell’ultimo quinquennio ha approvato provvedimenti di alto valore e, soprattutto, coerenti anche con le esigenze dei nostri agricoltori e dei nostri territori.
Nel mondo del vino, tanto centrale nella nostra economia è stato approvato un sistema autorizzativo graduale sui diritti di impianto scongiurando una liberalizzazione selvaggia. Sul fronte della valorizzazione si sono aggiunte risorse e opportunità per la promozione dei nostri vini non solo sui mercati internazionali, ma anche su quelli europei dove hanno dei margini di crescita ancora importanti. In generale non solo lo spettro di una politica agricola fortemente penalizzante per il settore è stato allontanato, ma al contrario il settore può contare su nuove opportunità per fare innovazione e promuovere la propria presenza sui mercati.
Per quanto riguarda il settore Food, sono state molte le tutele introdotte per le produzioni di qualità che contraddistinguono il nostro Paese. Dal “pacchetto latte”, con la concretizzazione dello strumento della programmazione produttiva per i formaggi stagionati Dop, al “pacchetto qualità” che innalza il livello di tutela per le nostre IG introducendo la protezione ex officio, grazie alla quale in tutta Europa dovranno essere adottate le misure necessarie a tutelare i prodotti di qualità dalle contraffazioni. Per finire con l’estensione dei vantaggi della programmazione produttiva anche ai prosciutti Dop e Igp.
Ovviamente c’è ancora molto da fare e gli eventi di questi ultimi anni hanno messo a nudo, certo, anche diverse fragilità e soprattutto più di qualche resistenza nella capacità di aggiornare le logiche dell’architettura finanziaria al nuovo scenario. Ma questo richiede molto impegno e, soprattutto, molta competenza. E quando parliamo dell’Europa in terza persona e ne contestiamo le decisioni omettiamo di dire che noi, il nostro Governo, i nostri deputati siamo parte di quel processo decisionale e che forse molte volte potevamo fare di più, essere più tempestivi, più vivaci nelle relazioni con gli altri partner europei. L’Europa richiede costanza, approfondimenti, coordinamento, alleanze e (scusate la ripetizione) molto lavoro e molta competenza.
Deve essere chiaro a tutti gli elettori che l’impegno dei nostri parlamentari paga, anche e soprattutto a Bruxelles e chi è chiamato a rappresentare il nostro Paese in Europa deve avere passione e capacità in particolar modo per l’ agricoltura.
Non è più il tempo di “nani e ballerine”, ma quello della competenza. Le elezioni europee per l’agricoltura sono un vero e proprio spartiacque e che, al di là delle simpatie politiche di ciascuno di noi, meritano una scelta seria che premi i candidati competenti.
Oggi è il tempo di una vera classe politica agricola.