Pesante costo per l’agricoltura nei due anni di chiusura delle frontiere: 600 milioni, secondo le stime della Coldiretti, che ieri ha manifestato a Verona con oltre diecimila agricoltori. Tra i prodotti più colpiti l’ortofrutta, che ha lasciato sul campo 149 milioni, in particolare mele (-39,4 milioni di chili), kiwi (-30 milioni), uva da tavola (-29,5 milioni), pesche (-14,2), ma anche i formaggi DOP con una perdita di 80 milioni (-2,8 milioni di Kg di Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP) e i prosciutti DOP (-85mila pezzi di Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP). Si è così interrotto un trend che, negli ultimi 5 anni preembargo, aveva portato a un exploit del +112% dell’export agroalimentare.
Al danno diretto si aggiunge quello indiretto dei quantitativi di ortofrutta e latte e derivati dei paesi del Nord Europa che hanno ingolfato il mercato, favorendo il tracollo dei prezzi. Ad aggravare il quadro c’è poi l’emergenza falsi: per rispondere alla domanda del consumatore russo che si stava spostando sulle eccellenze italiane ci ha pensato l’ industria locale che ha lanciato sul mercato una vasta gamma di prodotti, dalla mozzarella Casa Italia, alla Robiola Una grande fino alla mortadella Milano e Russkiy parmesan, che evocano il Bel paese ma sono rigorosamente made in Russia. Intanto da Verona il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha annunciato che da oggi scattano gli aiuti per oltre 17mila tonnellate di ortofrutta. Il ministro ha ribadito anche l’impegno a tutelare il vero made in Italy, ma soprattutto ha lasciato intendere che si apre qualche spiraglio:« Proprio in queste settimane si è sviluppato con la Federazione Russa anche un terreno di collaborazione, ci sono una serie di dossier agroalimentari con cui stiamo avanzando».
Fonte: Il Sole 24 Ore