“Abbiamo ancora 6 mesi per trattare”, così, sui dazi sull’agroalimentare, rassicura il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida intervistato durante il meeting di Rimini.

Sul fronte dei dazi per l’agroalimentare italiano, «il 15% è ovviamente di più di nessun dazio, soluzione auspicabile come risultato della trattativa che ci sarà nei prossimi sei mesi, ma sicuramente è meno del 50% o del 30% o del provocatorio 200% sul vino». Così il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, intervistato da “il Sussidiario” al Meeting di Rimini, spiega come “per un Paese esportatore come il nostro, nessun dazio sia positivo. Alcuni prodotti, come il vino, hanno visto aumentare i dazi”.

“Al contrario, per altri prodotti i dazi sono scesi dal 25% al 15%“. In ogni caso, “sono ipotesi che fino a poco tempo fa prendevano le prime pagine dei giornali e adesso parliamo di altri numeri”. Per questo, conclude, «bisogna valutare con oggettività l’effetto che avranno, vediamo i cittadini statunitensi se continueranno a comprare la qualità italiana, e come sempre il supporto del Governo Meloni non mancherà se dovesse essere necessario».

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“Se viene concesso accesso ai nostri mercati a merci che non rispettano i nostri standard su lavoro, ambiente e sicurezza alimentare, i nostri produttori vengono penalizzati, e non è giusto. I regolamenti devono basarsi su evidenze scientifiche e non su assunti ideologici”, ha spiegato il ministro.

Lollobrigida ha poi puntato il dito sui “nemici interni”: “Sul vino abbiamo visto attacchi ingiustificati: il vino non è un prodotto da demonizzare, ma è parte integrante della nostra cultura e della dieta mediterranea”.

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Fonte: Il Secolo d’Italia

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