La produzione e anche l’export di arance e limoni DOP IGP siciliani sono in crescita, grazie anche al traino dei tanti cooking show e degustazioni gastronomiche con chef stellati che spopolano in giro per il mondo, facendo sempre più conoscere ed apprezzare le prelibatezze isolane. Ci sono 592 milioni di vendite all’estero e altrettanti per quanto riguarda i prodotti trasformati: il totale dell’export agroalimentare siciliano è pari a un miliardo e 175 milioni. L’isola è forte nelle produzioni di vino e olio che riguardano circa il 5o% dell’export verso gli Stati Uniti.
Un’annata quella appena trascorsa che, secondo la Banca d’Italia, è stata caratterizzata da una riduzione del raccolto di ortaggi e tuberi e delle coltivazioni arboree, a fronte di un incremento della produzione di cereali. «E’ diminuita la quantità di vino prodotta nell’isola – dice il report di Bankitalia – sia per le varietà di migliore qualità (DOP IGP) che per quelle più comuni dopo il netto calo del 2o16 è invece cresciuta la produzione di olio d’oliva, sebbene a un tasso molto inferiore rispetto alla media nazionale». Bene anche le eccellenze agrumicole siciliane che comprendono produzioni DOP IGP e biologiche. «Oggi l’Italia vanta un primato tra le nazioni europee per quantità di prodotti certificati a marchio DOP IGP – spiega Elena Eloisa Albertini, vice presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP -. Tra i primi dieci prodotti ortofrutticoli in Italia, tre sono nostri top-brand: il Pomodoro di Pachino IGP, il Pistacchio Verde di Bronte DOP e l’Arancia Rossa di Sicilia IGP». Quest’ultima ha una storia del tutto particolare, visto che nasce sotto il vulcano Etna in un ampio territorio che arriva sino alle soglie di Siracusa. «L’Arancia Rossa di Sicilia IGP, grazie alle forte escursione termica prodotta dal freddo del vulcano e dal caldo delle nostre latitudini, produce gli antociani, che oltre a donare particolari qualità nutraceutiche pigmentano di rosso il frutto, trasformandolo nella regina delle arance, oltre che in un toccasana per la nostra salute più all’estero» aggiunge Albertini.
Questo tipo di tarocchi piace sempre di più all’estero. «L’export delle nostre arance rosse, oggi al 22%, è cresciuto del 10% negli ultimi 4 anni. Esportiamo per l’8o% nella Ue (Germania, Inghilterra, e Francia) e per il 2o% al di fuori dall’Europa. In totale, commercializziamo 17 mila tonnellate di agrumi che finiscono per lo più sui banconi dei fruttivendoli». Bene la ristorazione, che come ingredienti sceglie sempre più prodotti con il bollino di qualità (+10%). Oltre all’arancia rossa, tra i consorzi di tutela siciliani ci sono tante altre varietà, come il Limone di Siracusa IGP, il Limone Interdonato Messina IGP, l’Arancia di Ribera DOP (arancia bionda dell’Agrigentino), l’Associazione del Limone dell’Etna, coltivato nella costa jonica, e il Limone Tardivo di Ciaculli, prodotto in una ristretta area del comune di Palermo. Eccellenze che purtroppo hanno dovuto affrontare una malattia. Racconta Salvatore Marino, coordinatore regionale del settore agricolo di Confcooperative: «E’ un virus chiamato “tristezza” che ha colpito Catania, il Nord di Siracusa e il Sud di Enna. In alcuni casi la produzione è calata anche del 3o%, per questo chiediamo più tutela da parte dell’Europa».
Fonte: Corriere della Sera