Corriere della Sera.
Ognuna ha i suoi sostenitori, in genere per niente propensi a farsi convincere dei meriti del “modello” altrui e restii a riconoscere (eventuali) difetti del proprio. Per non farne una guerra di religione non resta che affidarsi a elementi quanto più possibile oggettivi. Di diete stiamo parlando e cominciamo dalla Dieta mediterranea. Le conferme che sia un modello dietetico estremamente vantaggioso, dichiarato patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel 2010, sono innumerevoli. Una delle ultime è arrivata, a dicembre 2014, dal British Medical Journal. Ricercatori di Harvard, dopo aver seguito per anni quasi 5 mila infermiere americane, registrandone abitudini alimentari e di vita, hanno scoperto perché questa dieta è un elisir di lunga vita (in media, dice l’OMS, regala quattro anni di vita in più rispetto a una dieta di “tipo americano”). Un’alimentazione povera di grassi di origine animale, sostituiti dall’olio di oliva, ricca di cereali, frutta, verdure e legumi, con pesce e poca carne, manterrebbe più lunghi i telomeri, segmenti dei cromosomi che giocano un ruolo fondamentale nei processi di invecchiamento e sono “accorciati” da stili alimentari e di vita malsani.
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