colli euganei

Le aziende del Consorzio di tutela padovano lavorano 2.750 ettari tra le DOP Colli Euganei e Colli Euganei Fior d’Arancio, per una produzione totale di 3,3 milioni di bottiglie

C’era un tempo in cui Venezia dominava i mari e dettava le rotte del gusto. Tra le merci preziose che approdavano ai suoi magazzini c`era anche un vino dorato, aromatico e seducente come un segreto d`Oriente: il Moscato Giallo. Si racconta che le nobildonne veneziane ne usassero i grappoli profumati come fragranza naturale, un lusso d`altri tempi che oggi rivive nei calici dei Colli Euganei DOP Moscato.

Ed è in questo contesto che stanno emergendo delle nuove tendenze. Il Moscato, una volta apprezzato solo nella sua versione «dolce», adesso viene proposto «sec- co» grazie a una spinta sui mercati interni.

Lo conferma il presidente del relativo Consorzio Volontario per la Tutela dei vini Colli Euganei, Gianluca Carraro: “Per quanto riguarda il Fior d`Arancio – dice – la strategia è quella di valorizzarne la versione secca, perché è proprio questa la tendenza in atto nel contesto delle preferenze del pubblico a livello nazionale e internazionale”.

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Ma l’area, adesso, guarda a nuove produzioni per aumentare il perimetro del business. Il Consorzio, infatti, dallo scorso anno si è dotato di un piano strategico con il quale valorizzare i tre specifici brand identitari, ossia quello del Serprino, che rappresenta il prodotto autoctono in versione frizzante, quella dei vini rossi, che da più di un secolo e mezzo vengono prodotti localmente con le varietà di uve di origine bordolese; oltre al già citato Moscato Giallo. […]

Le novità? Le spiega ancora Carraro. “Nel progetto di rilancio del Serprino abbiamo chiesto il riconoscimento della versione sui lieviti che al momento è all`attenzione del ministero e dovrebbe essere operativa dai primi mesi del prossimo anno”, anticipa.

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Fonte: Corriere Imprese Nordest