Chianti, Brunello e l’associazione A.VI.TO. denunciano l’impatto dei dazi al 15% sul vino toscano: “Colpito il nostro primo mercato estero, urgono misure straordinarie e nuovi sbocchi commerciali”
Con l’intesa siglata tra Stati Uniti e Unione Europea che prevede l’introduzione di nuovi dazi al 15% su una vasta gamma di prodotti europei, anche il vino toscano entra ufficialmente in una fase delicata. Il mercato statunitense, da anni primo partner per l’export enologico della regione, rischia ora di diventare terreno minato per le aziende produttrici. Dal Chianti DOP al Brunello di Montalcino DOP, fino all’associazione A.VI.TO. che riunisce 24 consorzi del vino toscano, è unanime la preoccupazione per un impatto che si annuncia pesante.
I rappresentanti del settore chiedono risposte chiare: interventi istituzionali, sostegno economico e strategie per diversificare i mercati, mentre l’export toscano da solo vale oltre 400 milioni di euro l’anno e rappresenta il 37% delle esportazioni vinicole regionali. Di seguito, le dichiarazioni delle principali realtà di tutela del vino toscano, in prima linea nel fronteggiare le conseguenze della nuova barriera commerciale americana.
Consorzio Vino Chianti
Il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, in relazione all’accordo commerciale siglato ieri tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che prevede nuovi dazi al 15%: “Il 15% sarebbe certamente meglio delle ipotesi avanzate di abusi, ma avrebbe comunque impatto molto pesante sul settore”
“Se confermato, il dazio del 15% avrebbe un impatto molto pesante per il nostro comparto. Non possiamo nascondere la preoccupazione”.
“In questo momento – spiega Busi – dobbiamo stringere i denti e attendere di capire esattamente che cosa sia stato deciso: le notizie che arrivano sono frammentarie e servirà analizzare bene i dispositivi ufficiali e le modalità di applicazione”.
“Dalla prima lettura sembra che l’Europa abbia rinunciato a gran parte delle sue richieste. L’unica nota positiva che viene evidenziata oggi è che si era parlato di un possibile dazio al 30% e che quindi, in confronto, il 15% è una riduzione. Ma resta comunque un impatto pesante per le nostre aziende e per l’export del vino italiano”, conclude il presidente del Consorzio Vino Chianti.
Consorzio Brunello di Montalcino
“I dazi al 15% infliggeranno un duro colpo al Brunello di Montalcino, principale simbolo del Made in Italy enologico negli Stati Uniti, e metteranno a dura prova la resistenza delle aziende. In attesa di conoscere la lista dei prodotti dazi ‘zero per zero’, è evidente che l’applicazione del dazio causerà un rallentamento delle esportazioni verso la nostra prima destinazione di sbocco”. Così Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, commenta la notizia dell’accordo quadro Ue-Usa raggiunto ieri sera in Scozia tra il leader Donald Trump e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che conferma la tariffa base del 15% sulla maggioranza di beni importati dall’Europa.
“Il mercato americano vale il 30% delle nostre esportazioni, pari a oltre 3 milioni di bottiglie; in questo scenario sarà difficile se non impossibile riallocare l’invenduto nel breve periodo su altre piazze – prosegue Bartolommei -. Per questo è necessario procedere celermente sulla via di nuovi negoziati commerciali, a partire dal Mercosur, per aprire nuove rotte. Il Consorzio del vino Brunello di Montalcino – conclude il presidente – continuerà a presidiare il mercato statunitense. Infatti, abbiamo già confermato tutti gli appuntamenti del 2026 come il Benvenuto Brunello a New York e la partecipazione al Food e Wine ad Aspen, uno dei festival più importanti del settore negli Usa. Al contempo stiamo predisponendo un piano rafforzato di promozione in Asia”.
A.VI.TO. – Associazione Vini Toscani DOP e IGP
“I dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentano un evento negativo per il nostro settore e si ripercuoteranno in maniera importante sui consumi e quindi sulle economie delle nostre aziende che operano su uno dei settori strategici della Toscana, ma anche del Paese”. È quanto afferma Andrea Rossi, presidente di A.VI.TO. l’Associazione Vini Toscani DOP e IGP, in rappresentanza dunque di 24 Consorzi di Tutela del vino toscano, e del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.
In particolare, l’associazione toscana del vino ribadisce l’importanza di un intervento strutturale da parte del Governo e delle Istituzioni affinché mettano a disposizione risorse straordinarie per fare fronte a questo nuovo e importante cambiamento. “Chiediamo inoltre una maggiore flessibilità sugli strumenti di promozione, a partire dall’OCM; quindi, pensare insieme al mondo produttivo a nuove strategie e investimenti in nuovi mercati cercando una integrazione rispetto a quello statunitense”, ancora Rossi che ricorda come questa nuova variabile faccia seguito ad altre intervenute negli scorsi anni.
“Veniamo da cinque anni molto condizionati da eventi di vario genere: prima la Pandemia, poi il picco dei costi energetici, l’aumento incondizionato dei tassi di interesse, la peronospora, tutti eventi non controllabili e non prevedibili da parte dei produttori che hanno cercato comunque di reagire, ma a questo punto è doveroso chiedere alle Istituzioni di sostenere con interventi straordinari un settore così importante, quale quello del vino”, conclude Rossi che nei giorni scorsi aveva firmato una lettera indirizzata ai ministeri italiani di competenza, ai negoziatori europei, alla Regione Toscana e ai presidenti di Federdoc e Unione Italiana Vini, per chiedere attenzione e sostegno per le imprese vitivinicole toscane sulla questione dei dazi nuovamente annunciati dal Governo Trump. Il mercato Usa per il vino toscano rappresenta il 37% dell’export con un valore medio annuo di oltre 400 milioni di euro.
Nella lettera di A.VI.TO. vengono indicate anche possibili misure per alleviare il carico dei dazi alle imprese, al fine di favorire lo sviluppo di mercati alternative agli Stati Uniti, come ad esempio accelerare la ratifica di accordo di libero scambio attraverso il Mercosur e di eventuali altri accordi internazionali, oltre anche alla necessità di semplificare l’utilizzo di fondi OCM ormai appesantiti dal forte peso burocratico richiesto.
Fonte: Consorzio vino Chianti; Consorzio del vino Brunello di Montalcino; A.VI.TO. – Associazione Vini Toscani DOP e IGP
SCARICA IL COMUNICATO STAMPA – Consorzio del vino Brunello di Montalcino