Sabato 17 maggio l’Auditorium San Giuseppe di Neive ospiterà studiosi, consorzi e istituzioni per un confronto aperto sul vino dealcolato, le possibili ritorsioni USA e il valore culturale della vitivinicoltura
Il vino si trova a un crocevia storico. Tecnologie emergenti, richiami alla salute pubblica, ipotesi di dazi USA e normative sull’etichettatura ne mettono alla prova non solo la struttura commerciale, ma anche l’anima culturale. È in questo contesto che sabato 17 maggio alle 10, presso l’Auditorium San Giuseppe, il Comune di Neive propone il convegno “Il vino del futuro. Quale futuro per il vino?”.
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Nel corso dell’incontro, il professor Attilio Giacosa, presidente dell’IRVAS, e il professor Vincenzo Gerbi, ordinario di Scienze e Tecnologie degli alimenti all’Università di Torino, affronteranno il tema della dealcolazione dal punto di vista medico-scientifico e tecnologico, ponendo interrogativi sulle implicazioni per la salute pubblica e la qualità organolettica.
In dialogo con loro ci saranno Sergio Germano, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Stefano Ricagno per il Consorzio Asti DOCG, Massimo Damonte per il Consorzio del Roero e Vitaliano Macario per il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Le loro voci offriranno punti di vista differenti ma uniti dal comune intento di comprendere come parlare a nuovi mercati senza smarrire l’autenticità dei prodotti e dei territori.
Il confronto sarà moderato dal giornalista Fabio Gallina, in un dibattito pensato per coniugare competenza, pluralismo e visione.
Al centro dell’attenzione anche il tema dei dazi statunitensi. Secondo i dati ufficiali, nel 2023 le aziende cuneesi hanno esportato oltre 41 milioni di litri di bevande alcoliche verso gli Stati Uniti, per un valore complessivo superiore ai 255 milioni di euro, di cui quasi 148 milioni legati ai vini da uve fresche. L’eventuale reintroduzione di barriere tariffarie rischia di compromettere un intero asse economico.
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Fonte: La Voce di Alba