Italia Next DOP, cultura scientifica delle Indicazioni Geografiche futuro dell’agroalimentare italiano: successo per la prima edizione
Oltre 800 stakeholder del settore agroalimentare di qualità, 6 sessioni scientifiche, uno spazio “Agorà della Ricerca IG” con 90 progetti di ricerca sulle DOP IGP italiane, una selezione del grande patrimonio scientifico agroalimentare sulle IG tracciato da Qualivita che comprende 200 ricerche attive e 18.000 presenze bibliografiche. Sono alcuni dei numeri che hanno caratterizzato “Italia Next DOP – 1° Simposio Scientifico filiere DOP IGP”, la prima iniziativa nazionale nata per diffondere la ricerca scientifica nelle filiere DOP IGP tenuta a Roma, all’Auditorium della Tecnica, lo scorso 22 febbraio, organizzata da Fondazione Qualivita in collaborazione con i soci fondatori Origin Italia, CSQA Certificazioni, Agroqualità, Poligrafico e Zecca dello Stato alla presenza del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
I numerosi contributi raccolti nella giornata di Italia Next DOP si configurano come primo step di una strategia di lungo periodo che aiuti ad affrontare le nuove sfide globali: dai cambiamenti climatici, al nutriscore, dalle etichette di health warning, alle fake news, fino alla crisi energetica e alla concorrenza sleale sui mercati. Un percorso che sarà supportato da Qualivita 2030, la nuova iniziativa delle Fondazione lanciata, sulla scia della strategia Farm to Fork e dell’agenda ONU per lo sviluppo sostenibile per promuovere la conoscenza scientifica sulle Indicazioni Geografiche. Un progetto che prevede la creazione di un moderno sistema di informazione scientifica da realizzare attraverso una rivista internazionale di divulgazione, nuovi strumenti di comunicazione digitali, un simposio biennale e dei workshop tematici per la formazione.
Le 50 relazioni presentate durante le sei sessioni scientifiche hanno offerto un’ampia fotografia del settore e dei suoi possibili sviluppi. Qualità, Normativa, Governance, Sostenibilità, Marketing. Questi gli argomenti sviluppati dai rispettivi panel durante la giornata di Roma, riassunti nelle pagine successive.
Qualità IG
La capacità di innovare la qualità dei prodotti e i processi di filiera, che assume sempre maggiore rilievo anche per l’aumentata sensibilità dei consumatori rispetto a quello che è diventato un aspetto fondamentale. La sessione 1 Qualità IG ha affrontato proprio le tematiche relative all’ambito di ricerca, in particolare sugli aspetti nutrizionali e nutraceutici degli alimenti DOP IGP. Anche in chiave di un miglioramento delle proprietà nutrizionali e funzionali dei prodotti nonché di opportunità economiche. Allo stesso tempo, sono stati trattati i temi legati agli sviluppi sulla parte produttiva, con le evoluzioni inerenti lo studio di nuove varietà, miglioramenti genetici, caratterizzazioni che garantiscono il mantenimento di standard qualitativi di eccellenza incidendo in maniera virtuosa sui disciplinari di produzione.
La sessione è stata dedicata all’evoluzione del concetto di qualità applicato ai prodotti DOP IGP e alla funzione che la ricerca ricopre nell’identificare e rendere concreti sul piano produttivo i nuovi valori identificati dal consumatore moderno. Si va dalla biodiversità al rinnovo varietale, dalla nutraceutica all’innovazione produttiva. Si è parlato dell’analisi dei fattori in pre e post-raccolta per la qualità e l’innovazione dei frutti IG in relazione alle produzioni siciliane e anche del rinnovo varietale volto ad una produzione sostenibile e resiliente nel rispetto della qualità della Mela Alto Adige IGP. In particolare si è discusso anche di formaggi. Delle caratteristiche nutraceutiche del Pecorino Toscano DOP che, grazie ad una alimentazione mirata delle pecore, presenta un ridotto contenuto in acidi grassi saturi a vantaggio di quelli insaturi.
Delle proprietà nutraceutiche dei prodotti di scarto ottenuti dalla lavorazione della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Di fatto, da quanto emerso, le IG sono in grado di intercettare e interpretare i cambiamenti della società contemporanea. Accolgono, infatti, le sfide legate al cambiamento climatico e al benessere salutistico degli alimenti. Se si dovesse fare una sintesi spetta adesso ai Consorzi e al mondo della ricerca scientifica cogliere l’opportunità per migliorare ulteriormente la qualità dei prodotti IG. L’obiettivo è quello di consolidare un percorso di innovazione delle tecniche di produzione e trasformazione, che metta in luce gli aspetti nutraceutici di DOP e IGP e aiuti le produzioni nelle attuali sfide ambientali per la tutela dei territori di origine.
Normativa IG
Un sistema normativo al passo con i tempi e con le esigenze del mercato è elemento di forza delle produzioni a denominazione d’origine (DOP IGP). Per questo l’evoluzione delle regole e delle prassi a livello internazionale, di Unione Europea (PAC, strategia Farm to Fork, riforma delle IG), nazionale e regionale deve tenere conto delle innovazioni, delle dinamiche di competizione, degli obiettivi di tutela e di promozione, delle sfide della sostenibilità e delle strategie di comunicazione di valore.
La sessione 2 Nomativa IG ha preso in considerazione l’attuale quadro della tutela internazionale delle IG, sulla protezione dalle frodi e sugli sviluppi di nuove normative come quella relativa alle pratiche commerciali sleali. Allo stesso tempo ha analizzato il ruolo dei Consorzi nella capacità di difesa dei marchi in ambito internazionale e nello sviluppo di applicazioni innovative per il riconoscimento e la tutela delle produzioni.
La sessione dedicata alla ricerca e all’innovazione del settore delle IG vista dalla particolare prospettiva normativo- giuridico ha sviluppato il legame tra cambiamenti climatici, quantità del cibo, scelte consapevoli, leggi comunitarie e accordi transnazionali, pratiche sleali, notorietà del marchio, tecnologia per il riconoscimento della qualità e valore della ricerca. Con i cambiamenti climatici in atto diventa determinante la sostenibilità come indispensabile è coniugare nella maniera corretta diritto al cibo con quantità-qualità- adeguatezza oltre a informazione e scelte consapevoli- educazione. Senza dimenticare concorrenza e proliferazione di segni-lealtà.
Tutto questo non può non prescindere dallo scenario giuridico-normativo delle IG a livello nazionale e comunitario integrato nel contesto degli accordi multilaterali e bilaterali. In particolare non può essere sottovalutato il processo di attuazione dell’Atto di Ginevra e quello di riforma del sistema comunitario delle IG in corso. Determinante è la recente normativa in materia di pratiche commerciali sleali con particolare riferimento alle aste elettroniche a ribasso e alla vendita sottocosto, come come è importante il rapporto tra notorietà e identità. In tutto questo la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche offrono in supporto indispensabile al riconoscimento dell’autenticità delle IG, mondo della ricerca che deve ricevere input giusti per viaggiare di pari passo con i Consorzi di tutela.
Governance IG
Il sistema delle Indicazioni Geografiche è ampiamente studiato non soltanto per i suoi effetti sullo sviluppo locale, in termini di occupazione, preservazione delle tradizioni e del territorio. Ma anche per le sue caratteristiche di funzionamento. Come la capacità dei produttori della filiera di dotarsi di specifici modelli di governance (rapporti interni e deleghe di funzioni, coordinamento dei comportamenti per la qualità del prodotto e la gestione dei mercati). Elementi che possono portare a cambiamenti sostanziali in grado di creare sviluppo, anche all’interno di produzioni locali e di dimensioni medio-piccole. La sessione 3 Governance IG analizza i modelli di azione collettiva e le relative implicazioni di policy per i Consorzi proprio in relazione all’interazione con i singoli territori di riferimento e con il mercato.
La governance, che è quell’azione volontaria di un gruppo di soggetti accomunati dalla condivisione di interessi comuni e da modalità condivise per raggiungerli, assume una particolare importanza nei sistemi produttivi legati alle Indicazioni Geografiche per il crescente ruolo assegnato dalla normativa comunitaria ai “Gruppi di produttori”. I temi affrontati nella sessione 3 hanno riguardato l’importanza della governance per determinare il “grado di utilizzo” delle IG, per affrontare in modo dinamico i cambiamenti in atto e per assicurare una più equa distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera, e la regolazione dell’offerta per la crescita produttiva del sistema IG.
In particolare una governance attraverso l’implementazione dei big data, è in grado di assicurare il raggiungimento degli obiettivi economici diretti delle imprese, e indiretti del territorio e degli stakeholders. Una corretta governance delle IG serve a costruire valore di sistema, intesi non solo come utili per le imprese, ma anche utili per il territorio e utili per il cittadino-consumatore e per creare rapporti con le istituzioni. Questo prestando attenzione a non creare una visione di filiera senza aver costruito la giusta affezione di tutti gli attori al modello, al progetto. E soprattutto a non perdere il filo dell’equa correlazione del valore nella filiera. Occorre quindi un sistema di governance illuminato che sappia cogliere le opportunità e che in sia in grado di fugare le paure dei sistemi IG di toccare temi vicini alla rappresentanza ed alle politiche interne alla filiera.
Sostenibilità IG
La sostenibilità delle filiere è ormai un tema di sviluppo fondamentale che richiede soluzioni innovative per dare risposta a problematiche complesse. L’obiettivo della sessione 4 Sostenibilità IG è stato quello di trasferire, dal settore ricerca al mondo produttivo, esempi di studi e di applicazioni pratiche che coinvolgono le singole aziende, la filiera e il territorio. Oggi la sostenibilità è uno degli attributi imprescindibili della qualità di un prodotto, attributo che risponde alle richieste degli stakeholder di andare oltre i valori merceologici e di processo a favore di aspetti “immateriali”, etici.
Anche il sistema delle IG non può prescindere dall’affrontare questa sfida. Che comporta la definizione di una nuova qualità dei prodotti per recepire la domanda dei nuovi input, scelte necessarie per mantenere la leadership delle produzioni di qualità italiane. L’attuale sistema delle IG è un modello di successo ma è diventato vulnerabile ai cambiamenti climatici e alla nuova sensibilità dei consumatori. Per questo occorre una maggiore consapevolezza del mercato con disciplinari in grado di coniugare il rispetto della tradizione con la creazione di filiere etiche e sostenibili.ù
Occorre una strategia collettiva affinché l’approccio alla sostenibilità sia rappresentativo delle IG e non comporti una perdita di omogeneità e “valore”. Ed è anche indispensabile identificare e applicare a livello di filiera i requisiti e gli indicatori di sostenibilità più significativi per ciascun settore merceologico. Infine è necessaria la disponibilità di professionisti competenti in grado di affrontare progettualità complesse lungo tutta la filiera.
Declinare “approccio collettivo” e competenza tecnica in chiave di sostenibilità vuol dire poter valorizzare i prodotti per imporsi sui mercati, e in particolare significa affermazione del modello di sostenibilità dei prodotti di qualità italiani. Oltre ovviamente a dare risposta alle politiche comunitarie e nazionali e offrire maggiore resilienza rispetto agli shock.
Ecco perché il sistema delle IG dovrà dotarsi di una strategia che preveda di intervenire sui “temi caldi” attraverso una visione comune, un approccio omogeneo. E quindi occorre lavorare in modo il più possibile omogeneo fra comparti merceologici: collaborazione in seno alla filiera e fra IG diverse dello stesso comparto. Questo perché la “schizofrenia” data dai molteplici approcci alla sostenibilità risulta inefficace ed inefficiente: la nuova qualità delle IG richiede un approccio complessivo omogeneo, partecipativo, collettivo, traguardato dai Consorzi.
Mercati IG
Nuovi modelli di consumo e un mutato sistema di valori legati alla percezione della qualità del cibo e del vino, aprono nuovi scenari per i prodotti DOP e IGP. Diventa così prioritario capire l’evoluzione dei mercati e individuare nuovi sbocchi commerciali per le aziende. La sessione 5 Mercati IG, ha analizzato le tendenze dei consumatori e l’evoluzione del loro legame con i marchi DOP e IGP. Si è anche soffermata sull’analisi di strategie di differenziazione di prodotto con indicazioni specifiche per i Consorzi di tutela. Oltre ad aver analizzato la strategia di internazionalizzazione e il ruolo dei Consorzi nella promozione del marchio collettivo e nel sostegno alle imprese.
Alla base ci sono i nuovi modelli di consumo sempre più attenti alla salute, all’etica e alla sostenibilità. Una realtà che chiama a numerose e diverse sfide il settore delle IG. E al tempo stesso impone a Consorzi e imprese di conoscere l’evoluzione della domanda, di individuare nuovi sbocchi commerciali e, talvolta, di ripensare al modo di stare sul mercato. Per questo è fondamentale comprendere a pieno i bisogni e le richieste del consumatore e conoscere il mercato in cui si opera. Questo attraverso un ‘ascolto’ costante teso a individuare i segnali deboli e riuscire ad anticipare i cambiamenti.
La sessione 5 Mercati IG si è confrontata con la segmentazione dell’offerta e della sua importanza per le IG. Soprattutto in considerazione del fatto che gli utenti finali sono caratterizzati da potenziali differenti in termini di bisogni, risorse, atteggiamenti e abitudini d’acquisto. Ma, oltre a scegliere i segmenti a cui rivolgersi, è necessario prendere decisioni sui modi per creare valore differenziato per segmenti e su quale posizione occupare in ciascuno di questi. Da non sottovalutare, poi, la politica di portafoglio e le strategie di prodotto declinate sulla prospettiva di una impresa che è chiamata a gestire molte IG. E da tenere di conto sono anche lo sviluppo dei mercati, il ruolo della pianificazione e la sfida rappresentata dall’upgrading di competenze.
Alla base delle scelte c’è l’esigenza di presidiare i mercati in modo coerente da parte delle aziende e dei Consorzi, ovviamente con strategia condivisa, e dove il ruolo dei Consorzi dovrà essere quello di organizzare un sistema di raccolta dati capillare, misurare e monitorare i risultati in modo da adeguare le strategie e, se necessario, anticipare i cambiamenti dei mercati. La ricerca dovrà fornire gli strumenti per capire e interpretare i comportamenti di consumo e le interazioni tra dinamiche della domanda e strategie di canale, con riferimento alle relazioni tra brand e trade (trade marketing).
Marketing IG
Il mercato, visto dalla prospettiva delle aziende e dei Consorzi, appare sempre più frammentato e pervaso da grandi correnti di cambiamento. Cambia velocemente la cultura di consumo e cambia la qualità della relazione richiesta al sistema d’offerta. Consorzi e aziende sono chiamati a dare risposte ai nuovi imperativi dei consumatori quali la trasparenza e verificabilità delle promesse o la chiarezza della value proposition. E per farlo occorre avviare l’adozione della blockchain e una comunicazione interattiva e dinamica. Il valore aggiunto della qualità vive l’avvio di una nuova stagione, dove la tecnologia a servizio del marketing (la Martech) potenzia le capacità delle IG e dei brand di mettersi in relazione con il consumatore in modo pieno e soddisfacente.
La parola transizione digitale è stato dunque il focus e insieme filo conduttore della sessione 6 Marketing IG. Se si alza lo sguardo oltre la quotidiana operatività del business, si può notare che l’incertezza domina gli scenari: abbondano infatti i fattori esogeni – cioè non controllabili – come le crisi energetiche e delle catene di fornitura, l’inflazione, la fragilità finanziaria delle nazioni e delle banche; si riducono i tempi fra il deflagrare di una crisi e l’emergere di una successiva, rendendo difficile l’adeguamento delle strategie e delle organizzazioni alle nuove sfide da esse portate. In tanta difficoltà l’economia comunque procede e, anzi, sta decisamente portando avanti una duplice transizione epocale, destinata – quando compiuta – a modificare la faccia del capitalismo: la transizione energetico-ambientale; la transizione digitale. La digitalizzazione di massa ha messo chiunque nelle condizioni di interloquire in modo diverso coi soggetti d’offerta, facendo emergere nei mercati delle nuove parole chiave d’impatto strategico come trasparenza, verificabilità, influenza, semplicità. Tutto ciò impone nuove strategie di risposta, ai Consorzi come alle aziende, sapendo di poter contare, però, su straordinarie dotazioni tecnologiche innovative, sempre più accessibili economicamente (e perciò dal costo contenuto).
Il palinsesto ha cercato di mettere in fila il passato e il futuro di quanto concerne questo argomento, troppo spesso visto come futuribile, ma assolutamente attuale e contemporaneo. Sono state dunque presentate le soluzioni tecnologiche per l’anticontraffazione e la tracciabilità del Poligrafico dello Stato, cosa già viene fatto attraverso la blockchain nel mondo delle IG. È stato poi illustrato il sistema di monitoraggio per la mappatura dei prodotto IG sui mercati online e le metodologie mutuate dalle neuroscienze per misurare l’esperienza di consumo. Il quadro che è emerso è straordinariamente stimolante. Il quadro emerso mette in luce che molto c’è, molto sta crescendo (basti pensare all’AI), ma lo scenario di riferimento è immenso e guarda a un completo ridisegno del sistema economico e tecnico delle filiere IG, pensato e realizzato mediante un utilizzo estensivo e intensivo del digitale.
a cura della redazione
Fonte: Consortium 2023_02