Sole 24 Ore
Debolezza della domanda di beni di consumo e caduta dei prezzi della benzina alla fine impongono un brusco stop all’inflazione: in aprile crolla, su base annua, all’1,1%, rispetto all’1,6% di marzo. L’Istat ha rivisto al ribasso la stima iniziale di 1,2%. La frenata è dovuta principalmente ai beni energetici che calano del 2,1% rispetto a marzo e registrano una diminuzione dello o,9% su base annua. Ma anche il calo della domanda di beni ha raffreddato i listini. Ad aprile il rincaro del cosiddetto carrello della spesa, ovvero i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti), registra una decisa frenata: l’aumento su base annua si ferma all’1,5%, in forte rallentamento rispetto a marzo (+2%). Si tratta del tasso tendenziale più basso dal novembre del 2009. Tra i vari settori, l’inflazione degli alimentari rimane tra le più elevate (+2,7% su base annua) nonostante le vendite abbiano innestato la retromarcia: nella gdo, secondo la società Iri, le vendite, a valore, hanno innestato la retromarcia già dallo scorso settembre. Ma anche il canale low cost del discount ha perso slancio dall’inizio dell’anno. Negli alimentari lavorati, il rialzo (sia pure moderato) su base mensile dei prezzi (+0,3%) ha interessato quasi tutti i prodotti. In particolare, l’olio di oliva (+o,8%+), vini e frutta fresca (+o,6%). Dall’altra parte sono in calo i vegetali freschi (-1,2%).
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