Giro d’affari superiore a 60 miliardi e oltre 70 prodotti contraffatti tra cui vini e formaggi DOP. Le agromafie, cioè l’invasione dei clan criminali italiani nel settore delle produzioni alimentari ed agricole, hanno superato i 16 miliardi di euro nel 2015, mentre il fatturato dell’Italian sounding, la falsificazione, contraffazione e imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo, ha superato i 60 miliardi di euro.
Il risultato è che gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle. È quanto emerge dai dati del quarto Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, la principale organizzazione di categoria degli agricoltori italiani, e da Eurispes.
“È necessario aggiornare le norme attuali, ormai obsolete, intensificare i controlli e inasprire le sanzioni per reprimere un fenomeno come la contraffazione, così diffuso e vario, che produce danni assai rilevanti ai produttori “onesti” e ai consumatori, che spesso acquistano prodotti non solo artefatti, ma anche di scarsa qualità e talvolta anche pericolosi e dannosi per la salute” dice Gian Carlo Caselli, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nel settore agroalimentare. Sono circa 70 le tipologie di prodotti contraffatti, tra cui vini, formaggi DOP, falso Aceto balsamico di Modena IGP.
Fonte: La Sicilia