Nei cinque maggiori paesi produttori la siccità ha provocato una perdita dell’1,6%, in Belgio del 6 per cento Patate, in calo rese e raccolti europei Male anche Francia, Olanda e Regno Unito. Gli analisti: possibili rincari sui mercati europei Le intenzioni, alla luce delle buone performance della scorsa campagna, erano di incrementare la produzione per intercettare una domanda comunque vivace e con buoni potenziali di crescita anche quest’anno. Le cose per il settore pataticolo non sono andate però per il verso giusto, se non altro sul fronte climatico. La prolungata mancanza di piogge ha lasciato un segno «meno» piuttosto evidente sulle rese. Riducendo i raccolti, nonostante la crescita delle superfici investite. Nei cinque maggiori produttori europei di patate (Regno Unito, Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio) il bilancio della nuova campagna ha deluso le attese. Le stime elaborate nei giorni scorsi dal North-Western European Potato Growers (Nepg), l’associazione che riunisce i cinque grandi del Continente, quantificano i danni da siccità in un -6% sul piano delle rese.
Basandosi sui primi conteggi, da una media di 48 tonnellate per ettaro della scorsa stagione si è scesi quest’anno a quota 45. A bilanciare, ma non del tutto, il calo dei rendimenti in campagna, è il dato complessivamente migliore delle semine, balzate a 552mi1a ettari, da 527mila scarse di un anno fa, in crescita di quasi il 5 per cento. L’effetto combinato del taglio delle rese medie unitarie e dell’aumento degli ettari seminati ha però ridotto di 400mila tonnellate il raccolto rispetto alla scorsa campagna. Un -1,6% che ha portato sotto i 25 milioni di tonnellate la produzione di patate da consumo nel club dei Top-5. Rispetto alla media degli ultimi cinque anni il calo è ancora più accentuato, di oltre due punti percentuali. Solo la Germania ha mantenuto quest’anno la resa storica. A subire i maggiori contraccolpi è stato invece il Belgio che, nonostante il forte aumento degli investimenti ( 12,4% su base annua), ha archiviato, nel dato ancora preliminare, un calo di produzione nell’ordine di sei punti percentuali. Male anche in Francia, Regno Unito e Paesi Bassi, in un’annata che ha richiesto tra l’altro un maggiore impegno economico a carico dei produttori, determinato da un aggravio dei costi per un programma più intensivo di trattamenti fitosanitari.
Non è escluso – scrivono ancora gli analisti di Nepg – che l’inatteso calo dei raccolti determini aumenti dei prezzi sui mercati europei. E questo anche in considerazione dei problemi qualitativi che potrebbero ridurre ulteriormente l’offerta di tuberi avviati al consumo fresco dirottandoli verso il circuito industriale. L’Usda, il dipartimento dell’Agricoltura americano, ha pubblicato nel frattempo la previsione sui raccolti di patate cinesi. Nel paese del Dragone, secondo le stime, si arriverà quest’anno a quota 100 milioni di tonnellate, con una crescita del 3% rispetto alla scorsa stagione.
Fonte: Agrisole – il Sole 24 Ore