La bozza di decisione allo studio della Commissione europea che concerne l’estensione di un anno degli aiuti straordinari ai produttori ortofrutticoli europei (alle prese con le conseguenze della chiusura delle frontiere della Russia ai prodotti alimentari UE), contiene questi elementi principali: dentro ciliegie e cachi, nessun trattamento differenziato per i pomodori e riduzione sostanziale dei quantitativi (e quindi dei fondi) per il ritiro dal mercato di prodotti ortofrutticoli. “Le quantità – si legge nel documento che non ha ancora forma definitiva – dovrebbero essere ridotte in modo significativo tenuto conto del fatto che i produttori hanno avuto più tempo per adattarsi e per la ricerca di nuovi sbocchi”. I quantitativi assegnati all’Italia per i prodotti da ritirare dal mercato per distribuzione gratuita o non raccolti (cosiddetto raccolto verde) dovrebbero essere 5.300 tonnellate per pere e mele, 4.600 per prugne, kiwi e uva da tavola, 1.000 per gli agrumi, 2.800 per pesche e nettarine.
“Per tutti i Paesi la contrazione dei volumi attribuiti si attesterebbe intorno al 70% – è l’analisi di Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari – senza che gli importi delle indennità di ritiro siano stati di contro minimamente innalzati ed aggiornati per tener conto dei reali costi di produzione”. Allo stato attuale, nella bozza non ci sono neanche le misure specifiche chieste a gran voce dall’Italia sul pomodoro da mensa. Roma aveva chiesto la differenziazione del prezzo di ritiro dell’ortaggio, il cui prezzo è crollato per una serie di cause, di tipo climatico (inverno troppo mite), e di politica commerciale, come la concorrenza del prodotto dal Marocco e dalla Turchia, i cui produttori sono tra quelli bloccati da Mosca e non trovano più sbocchi nel mercato russo.
Fonte: Italia Oggi