Il Sole 24 Ore – Nòva
La terra non invecchia mai. Aziende reinventate e aperte alle esportazioni con strategie di marketing, “fattorie didattiche”, confetture biologiche… I giovani incrociano vecchio e nuovo nell’agricoltura, filone in ascesa nelle aziende capitanate dagli imprenditori di ultima generazione. Nell’exploit delle quasi 11.500 start up di settore registrate l’anno scorso, i titolari con meno di 30 anni di età sono più del 17% . E se l’università sconta una brusca discesa nelle immatricolazioni, tutto quello che plasma professionalità nel lavoro di campi, allevamento e natura non fa altro che crescere
Iscrizioni su del 18,6% a scienze agrarie e forestali, di quasi il 23% a scienze alimentari, di oltre il 43% nei corsi di laurea accreditati in zootecnia e scienze della produzione animale. D’altronde non sta cambiando “solo” il modello di impresa, rigenerato nell’incontro tra vecchie aree di coltivazione e competenze aggiornate a un mercato che accelera su e-commerce, social network e nuovi mercati. «Si sta rinnovando proprio la figura dell’imprenditore, tante e tali sono le specializzazioni che si possono acquisire» spiega a Nòva Maria Pirrone, presidente di Agia (costola giovanile della Confederazione italiana agricoltori). C’è il fattore anagrafico, in primis, con l’asticella dell’età media che si sbilancia sotto ai 30 o addirittura i 25 anni.