Italia Oggi

Si vendono più saponi di Marsiglia falsi che veri. E quelli falsi, il più delle volte made in Asia, utilizzano, vero e proprio orrore, grasso animale. È per questo che gli ultimi quattro produttori locali della regione di Marsiglia hanno deciso di difendersi, unendo le proprie forze. E dopo aver creato il marchio «Savon de Marseille», sperano di ottenere presto una Igp, Indicazione geografica protetta. Lo scopo è quello di provare che il sapone venduto sotto questa appellazione è stato realizzato con oli vegetali appropriati, rispettando le cinque fasi della lavorazione marsigliese: un processo che dura più di dieci giorni. Ma c’è un problema: solo i prodotti alimentari possono fregiarsi dell’indicazione geografica protetta. Gli appelli al governo sono numerosi. E alcuni annunciano gesti estremi. Come il comune di Laguiole, che, stufo di non poter reagire alle usurpazioni del proprio nome per la fabbricazione di coltelli, ha minacciato di cambiare nome.

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