Intervento del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida tenutosi in occasione della II Conferenza internazionale sulle Indicazioni Geografiche “Worldwide Perspective on Geographical Indications” tenutasi a Roma dal 18 al 21 febbraio 2025

L’Italia è da sempre un punto di riferimento nell’agroalimentare mondiale. La capacità di coniugare tradizione, qualità e innovazione ha permesso di costruire un modello di sviluppo unico, oggi al centro del dibattito internazionale. L’evento organizzato a Roma in collaborazione con la FAO rappresenta un’importante occasione di confronto, in cui l’Italia porta la propria esperienza. Il sistema agroalimentare italiano affonda le radici in oltre 3000 anni di storia, arricchendosi delle influenze culturali che lo hanno reso un unicum nel panorama globale. Tuttavia, la storia da sola non basta: per affrontare le sfide globali serve una strategia chiara e lungimirante, basata sulla valorizzazione e la tutela della qualità.

Le Indicazioni Geografiche: un modello vincente

Le Indicazioni Geografiche (IG) sono il cuore di questa strategia, non solo come marchio di qualità, ma come motore di sviluppo economico e culturale. Oggi il modello italiano delle IG viene presentato a 54 nazioni e oltre 500 delegati, dimostrando la sua replicabilità ovunque vi sia la volontà di investire sulla qualità, sulla tracciabilità e sulla protezione delle produzioni locali. Le IG rappresentano la sintesi di tre elementi fondamentali:

  • Tradizione: preservano il sapere artigianale e agricolo delle comunità locali;
  • Sicurezza alimentare: garantiscono standard rigorosi e controlli accurati;
  • Innovazione: promuovono la ricerca tecnologica applicata alla produzione.

Negli anni, questo modello ha permesso all’Italia di distinguersi con il più alto numero di prodotti certificati a livello europeo. Il settore ha registrato un incremento del 40% negli ultimi dieci anni, generando un valore di 20 miliardi di euro. Ma il valore delle IG non è solo economico: esse rappresentano un modello di sviluppo equo e sostenibile, capace di tutelare gli agricoltori, garantire la qualità per i consumatori e proteggere i territori da sfruttamenti indiscriminati.

Il prezzo giusto per la qualità

Uno degli aspetti centrali delle IG è il riconoscimento del valore del prodotto. Non si tratta di stabilire prezzi alti o bassi, ma di garantire un prezzo giusto, che tenga conto di:

  • Costi di produzione equi, che rispettino il lavoro e la dignità dei produttori;
  • Strategie di contrasto al cambiamento climatico, con pratiche agricole sostenibili;
  • Qualità del lavoro e benessere delle persone, assicurando condizioni di produzione etiche e responsabili.

Difendere questo sistema significa anche combattere contraffazioni e imitazioni, che danneggiano le imprese, ingannano i consumatori e minano la credibilità dell’intero settore. In Europa, il regolamento 1143 del 2023 ha segnato un importante progresso nella protezione delle IG, ma a livello globale resta ancora molto da fare.

Lotta alle imitazioni e protezione dei mercati

L’Italia è leader nella tutela delle IG, ma il mercato globale resta altamente competitivo e minacciato da contraffazioni. I 300 Consorzi di tutela italiani, che impiegano circa 8.000 persone, operano per garantire l’autenticità dei prodotti. Tuttavia, affinché il sistema funzioni, sono necessarie regole chiare e un impegno internazionale contro le frodi. Questo è un tema prioritario su cui l’Italia continua a lavorare con la FAO e le organizzazioni internazionali. L’obiettivo è un mercato più trasparente, equo e sostenibile, dove il valore della qualità venga riconosciuto e protetto su scala globale.

Un impegno concreto per il futuro

Il successo del sistema italiano delle IG non è frutto del caso, ma il risultato di un impegno costante da parte di istituzioni, consorzi, imprese e ricercatori. Abbiamo creato un modello che funziona e che può essere replicato a livello internazionale. In particolare, stiamo collaborando con i Paesi in via di sviluppo, a partire dall’Africa, attraverso il Piano Mattei. L’obiettivo è fornire strumenti concreti per trasformare le potenzialità agricole locali in opportunità di crescita e sviluppo sostenibile. L’Italia è pronta a fare la sua parte, non solo con parole, ma con azioni concrete. Il cibo non è solo nutrimento: è cultura, identità, storia, benessere e lavoro. L’incontro odierno non è solo un evento, ma l’inizio di un percorso virtuoso che vogliamo costruire insieme, per garantire un futuro più equo e sostenibile per tutti.

Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste

Fonte: Consortium 2025_01

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