Gran Guardia presa d’assalto per la quattordicesima edizione di Anteprima Amarone della Valpolicella DOP, la kermesse organizzata dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, e dedicata al nettare per eccellenza del territorio, l’Amarone. Moltissimi i visitatori, appassionati di vino o addetti ai lavori, in arrivo da Verona ma anche da svariate altre province del Veneto e non solo.Tra i temi che hanno tenuto banco ieri l’opportunità, o meno, di stabilire un prezzo definito per questo vino: un’idea su cui i produttori delle case vitivinicole veronesi partecipanti alla rassegna si dividono. Da un lato, c’è chi vorrebbe individuare una quotazione minima per evitare di ritrovare bottiglie di Amarone della Valpolicella DOP, o presunto tale, sugli scaffali dei supermercati a prezzi irrisori, che rischiano di svilire il prodotto di qualità. Dall’altro, c’è chi ritiene che il mercato vada lasciato libero e che sia il singolo produttore a dover essere in grado di far capire il valore del proprio vino. Ma quale potrebbe essere questa quotazione, secondo gli addetti ai lavori? C’è chi propone 18-22 euro, chi non meno di 25: prezzi che tendono poi ovviamente a salire, quando si passa dal produttore al distributore, che sia un’enoteca o un rivenditore dislocato sul territori.
Una filiera, quella dei produttori di vino in Valpolicella, in continua evoluzione, sempre più aperta ai mercati esteri e decisa a tutelare la qualità del prodotto, Amarone in primis. Nel 2005 le società produttrici di uva Valpolicella erano complessivamente 2.646, più altre 209 aziende imbottigliatrici. Insieme riuscivano a raccogliere dai vigneti coltivati 598.601 quintali di uva, di cui 439mila di Valpolicella DOP e 158mila di uva per l’Amarone e il Recioto. Oggi (i dati sono aggiornati al 2016) la filiera è cambiata molto. Nel 2016 le società agricole produttrici di uva Valpolicella sono 2.286, 286 sono le aziende imbottigliatrici (di cui 229 che trasformano), e 478 i fruttai per l’appassimento dell’uva. II 39% di queste realtà sono di piccole dimensioni, ovvero producono meno di 20mila bottiglie all’anno. Il 52% sono medie aziende, con una produzione tra le 20mila e le 500mila bottiglie, mentre il restante 9% è composto da grandi società (con oltre 500mila bottiglie prodotte all’anno). Tutte insieme le imprese vitivinicole del territorio, sempre nel 2016, hanno raccolto 926.420 quintali di uva, di cui 599mila di uva Valpolicella DOC e 327mila di uva per l’Amarone e il Recioto DOP. Questi numeri hanno portato complessivamente a mettere sul mercato 18mila bottiglie di Valpolicella DOC, 27mila bottiglie di Ripasso DOC e 15mila bottiglie di Amarone e Recioto DOP.
Fonte: L’Arena