Intervento del Dir. Gen. per la promozione della qualità agroalimentare (MASAF) Eleonora Iacovoni tenutosi in occasione della II Conferenza internazionale sulle Indicazioni Geografiche “Worldwide Perspective on Geographical Indications” tenutasi a Roma dal 18 al 21 febbraio 2025
Le Indicazioni Geografiche rappresentano un pilastro dell’economia agroalimentare italiana e mondiale. Non si tratta solo di un marchio di qualità, ma di un modello di sviluppo che coniuga tradizione, tutela territoriale e sostenibilità economica. Il sistema IG coinvolge produttori, Consorzi di tutela, enti di ricerca e istituzioni pubbliche, configurandosi come un meccanismo complesso ma essenziale per la valorizzazione delle eccellenze locali. In Italia, il Ministero dell’Agricoltura gioca un ruolo centrale nei controlli, nel riconoscimento e nell’aggiornamento dei disciplinari di produzione, contribuendo alla crescita di un comparto sempre più strategico per il Paese.
Una crescita costante e un impatto economico rilevante
Il valore delle IG italiane è significativo: il settore genera quasi il 20% del fatturato agroalimentare nazionale, con una produzione che supera i 20 miliardi di euro, di cui 11 miliardi dal comparto vinicolo e 9 miliardi dall’agroalimentare. Negli ultimi dieci anni, il settore ha registrato una crescita del 52%, con un incremento del 75% delle esportazioni, che oggi valgono 11,6 miliardi di euro. Tuttavia, la competitività delle IG italiane deve confrontarsi con le sfide del mercato globale, tra cui i dazi imposti dagli Stati Uniti e le fluttuazioni economiche nei mercati extra-UE. Le IG sono inoltre un asset fondamentale per l’occupazione e l’identità del Made in Italy. Il settore coinvolge direttamente 200.000 imprese e garantisce lavoro a 850.000 persone. Con 888 IG registrate, l’Italia è il Paese leader in Europa, rappresentando una denominazione su quattro tra quelle riconosciute dall’Unione Europea. Il nuovo regolamento europeo sulle IG Dal 13 maggio 2024, il Regolamento UE 1143 ha introdotto innovazioni fondamentali per il settore, le cui principali novità riguardano:
- Semplificazione delle procedure di registrazione e modifica dei disciplinari;
- Rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela, con maggiori strumenti per la gestione e promozione delle IG;
- Tutela nei prodotti trasformati, per evitare abusi nell’uso delle denominazioni;
- Protezione digitale, con misure più efficaci contro la contraffazione online.
Un esempio concreto è l’accordo tra il Ministero dell’Agricoltura e Alibaba Group, rinnovato per la terza volta, per contrastare la vendita di prodotti falsificati sulle principali piattaforme e-commerce asiatiche. Inoltre, l’obbligo di indicare il nome del produttore sulle etichette garantirà maggiore trasparenza per i consumatori e più visibilità per le aziende.
Consorzi di tutela: una struttura da consolidare
I Consorzi di tutela rappresentano il cuore pulsante del sistema IG italiano. Attualmente, in Italia sono riconosciuti 319 Consorzi, 184 nel settore alimentare e 135 nel vitivinicolo. Il loro ruolo non si limita alla vigilanza, ma comprende la valorizzazione dei prodotti, la promozione turistica e la regolazione dell’offerta. L’attività dei Consorzi è sempre più orientata alla sostenibilità, con iniziative che mirano a proteggere il territorio e rafforzare l’economia locale. Esempio emblematico è il Consorzio del Chianti Classico, che nel 2023 ha celebrato il suo centenario, dimostrando quanto sia radicata in Italia la cultura della tutela delle denominazioni di origine.
Investimenti e prospettive future
Per garantire la competitività del settore, il Governo italiano ha stanziato oltre 25 milioni di euro per sostenere i consorzi, incentivando promozione, innovazione e presenza sui mercati internazionali. Nel 2024, i Consorzi saranno chiamati a redigere una relazione sulla sostenibilità, con un focus sugli impatti ambientali, economici e sociali. Guardando al futuro, il rafforzamento del sistema IG si basa su tre obiettivi chiave: 1. Semplificare le procedure di riconoscimento e protezione per rendere il sistema più efficiente. 2. Potenziare la protezione digitale, contrastando la contraffazione online. 3. Espandere i Consorzi di tutela, rafforzandone il ruolo e incentivando la creazione di nuove strutture.
Conclusioni
Le IG italiane non sono solo un marchio di qualità, ma un modello economico e culturale che ha dimostrato la propria efficacia nel tempo. Con il nuovo regolamento europeo e il consolidamento del ruolo dei consorzi, l’Italia ha l’opportunità di rafforzare ulteriormente la propria leadership, garantendo maggiore protezione e competitività ai suoi prodotti d’eccellenza. L’obiettivo è chiaro: fare delle IG non solo un simbolo di eccellenza agroalimentare, ma anche un volano per l’economia, la cultura e la sostenibilità del Paese.
Eleonora Iacovoni, Dir. Gen. per la promozione della qualità agroalimentare (MASAF)
Fonte: Consortium 2025_01