Pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana la domanda di registrazione IGP per il Giandujotto di Torino
È stata pubblicata il 29 maggio 2025, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana la domanda di registrazione dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) per il Giandujotto di Torino. Un passo decisivo che segna l’avvio ufficiale dell’iter nazionale per il riconoscimento di una delle specialità dolciarie più iconiche del Piemonte.
Il disciplinare di produzione, già approvato dalla Regione Piemonte, era stato presentato lo scorso marzo al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste dal Comitato Giandujotto di Torino IGP. Nei primi giorni del mese, i funzionari del Ministero hanno verificato la conformità del disciplinare ai metodi tradizionali di produzione durante una riunione di pubblico accertamento, confermandone la validità.
Il percorso per l’ottenimento dell’IGP era stato avviato nel 2017 su iniziativa di un comitato formato da circa 40 tra artigiani e aziende del settore, presieduto dal maître chocolatier Guido Castagna e con il coinvolgimento della storica azienda Lindt-Caffarel. Tuttavia, il progetto aveva subito una lunga battuta d’arresto in seguito ad alcune osservazioni presentate dal gruppo svizzero. Tra i punti centrali del documento, infatti, vi è l’esclusione del latte in polvere — coerentemente con le tecniche ottocentesche — e l’obbligo di utilizzo di una determinata percentuale di Nocciola Piemonte IGP.
Le criticità sono state superate nel febbraio 2024, anche grazie all’attività di supporto tecnico e istituzionale della Fondazione Qualivita, che ha seguito il dossier per conto del Ministero guidato da Francesco Lollobrigida. Con la pubblicazione odierna sulla Gazzetta Ufficiale, in assenza di opposizioni, il dossier sarà trasmesso alla Commissione europea, che avvierà ora la fase istruttoria a livello comunitario per il riconoscimento ufficiale dell’IGP.
Un traguardo sempre più vicino per il Giandujotto di Torino, simbolo dell’eccellenza dolciaria italiana, che ambisce a vedere finalmente tutelata e valorizzata la propria identità storica e produttiva.
Fonte: Fondazione Qualivita