La neo ad e direttore generale IPZS punta a un’integrazione con tutto ciò che è digitale e sottolinea il ruolo della Zecca nella certificazione del food di eccellenza e nell`uso dei Non fungibile token contro le contraffazioni
I Poligrafico ha un nuovo volto. È quello di Francesca Reich, una laurea al Politecnicoin Ingegneria Gestionale, un master alla Columbia University e una carriera da manager internazionale. Arrivata da 8 mesi al Poligrafico come ad e direttore generale ha deciso di metterci la faccia Creando insomma un Poligrafico che punti su coraggio, visione e talenti.
Come sta immaginando il digital del Poligrafico?
«Con grande equilibrio perché in un mondo sempre di più ibrido capiamo che è necessario riuscire a completare e interpretare l`offerta del Poligrafico all’interno di un universo pieno di opportunità legate appunto al digitale. Il Poligrafico ha una sua missione principale che è quella di certificare tramite soluzioni di anticontraffazione e sicurezza sia l`identità delle persone che la tracciabilità delle cose e in questo ha una grande esperienza dal punto di vista “tradizionale” e fisico, ma ci è ben chiaro che ci sono nuove opportunità che vanno cavalcate».
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Un’altra industria importante è quella legata alla tracciabilità delle cose.
«Non tutti sanno che produciamo i bollini farmaceutici, strumento di garanzia dell`autenticità dei medicinali e ci occupiamo di tutto ciò che è certificazione del food di eccellenza a partire dai vini, creando le fascette che comunemente vediamo proprio sui vini. Questa è una grande opportunità in crescita che permette a un utente di riconoscere immediatamente se un prodotto arriva da una filiera tutelata e quindi ha certezza su come e dove è stato fatto».
Come funziona precisamente?
«Noi lo abbiamo chiamato passaporto digitale, perché la fascetta integra un QR code che apre una comunicazione digitale. Un passaggio fondamentale in un mondo che richiede sempre più informazioni certificate sulla qualità del cibo, sul territorio o sulla filiera produttiva. Stiamo poi lavorando ad estensioni su altre DOP e IGP come il Prosciutto di Parma DOP, il Cioccolato di Modica IGP o l’Aceto Balsamico di Modena IGP».
Il digitale come arma per I’ltalian sounding?
«In realtà dico “nì”. Il digitale aiuta ma la vera arma è un elemento fisico che protegga il marchio ed il consumatore, qualcosa sul prodotto oltre all`etichetta che dice che quello è il prodotto originale approvato in Italia».
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Fonte: Repubblica – Affari e Finanza