L’Informatore Agrario

Ne L’Informatore Agrario n. 10/2014 leggiamo un articolo dal titolo «Operatori ortofrutticoli tartassati – Una multa che grida vendetta», a firma di Roberto Piazza. L’articolista se la prende con l’attività di controllo svolta a tutela della Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP, definendo la vicenda «l’ennesimo episodio di mala-burocrazia» e facendo passare alcuni messaggi veramente preoccupanti, specie perché provenienti da una delle testate storiche e più prestigiose dell’agricoltura italiana. La vicenda è semplice: un funzionario dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi

dei prodotti agroalimentari sanziona un operatore che ha messo in vendita dei cipollotti rossi freschi che, dai documenti di trasporto, recavano invece la denominazione «Cipolle Tropea». Un mero errore materiale? Evito di soffermarmi sulla descrizione fatta del funzionario: mi soffermo, invece, sulla sostanza della vicenda: «il solerte burocrate con occhi da sparviero» in realtà è un valente funzionario dell’ufficio Icgrf Toscana e Marche che ha coordinato indagini che hanno portato non a una mera contestazione per errata compilazione di un documento di trasporto ma, nella sola regione Toscana, a oltre 20 contestazioni, a carico di altrettante ditte, per la commercializzazione, di comune cipolla rossa, di cui notevoli quantitativi neppure di origine italiana, come «cipolla di Tropea».

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