Mentre i dati Istat sull’export divino italiano sono ancora fermi al rotondo +12% nei primi quattro mesi dell’anno, di fatto emergono già i primi preoccupanti campanelli d’allarme.
A farli risuonare è l’Osservatorio Unione italiana vini-Vinitaly che ha elaborato i dati Nielsen relativi alle vendite, nel primo semestre del 2022, nella grande distribuzione sui tre principali mercati per il vino made in Italy ovvero Stati Uniti, Germania e Regno Unito. E secondo i dati dell’Ossevatorio Uiv-Vinitaly nel primo semestre del 20221a performance in volume del vino italiano in questi tre paesi chiave per l’export Made in Italy è stata di un meno 1o,6% rispetto al primo semestre del 2021. Leggermente migliore il dato relativo al fatturato che grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo ha limitato i danni a un meno 8,1% per un giro d’affari complessivo di 2,26 miliardi di euro. Nel dettaglio la flessione registrata è stata rispettivamente del 7,5% negli Usa, del 10,5% in Germania e del -14% in Uk.
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Fonte: Il Sole 24 Ore