IGP per artigianato e industria, dal vetro di Murano al corallo di Torre del Greco: corsa contro il tempo per le domande da presentare entro il 1° dicembre. Il governo deve adottare un decreto e i produttori devono accettare di associarsi

Dall’Europa, spesso contestata dal governo Meloni per le sue politiche ritenute soffocanti per le imprese, arriva un assist alle produzioni made in Italy. Il 1° dicembre 2025, sulla base del Regolamento Ue 2023/2411 si apriranno i termini di presentazione delle domande di registrazione di una IGP (indicazione geografica protetta) anche per prodotti artigianali ed industriali, proprio come oggi è già possibile fare per i prodotti agroalimentari.

E l’Italia, sulla base di uno studio preliminare condotto dall’Euipo (l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale), è il Paese che potrebbe avvantaggiarsene in misura maggiore: 92 produzioni potenzialmente in campo, con un netto distacco rispetto a Spagna (48), Germania (39), Francia (29) e agli altri Stati membri. Si tratta di una lista più contenuta delle 200 ipotesi emerse in un incontro al ministero di un anno fa, anche se ulteriori proposte potranno ancora arrivare dalle Regioni.

È in atto una corsa contro il tempo, perché mancano ancora alcuni adempimenti, sia a livello comunitario che di implementazione italiana, e perché non tutti i produttori potenzialmente interessati sembrano essere preparati, come emerso ieri nel corso di un convegno organizzato dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) in occasione della seconda Giornata nazionale del made in Italy.

Le associazioni Confartigianato, Cna, Confapi, Casartigiani hanno manifestato l’esigenza di procedure semplificate e a costi sostenibili.

L’Euipo ha censito 92 prodotti italiani di cui ben 62 relativi alla sola ceramica (da quella di Caltagirone a quella di Grottaglie), mentre gli altri spaziano dagli strumenti musicali (la liuteria di Cremona) alla gioielleria (la filigrana sarda e l’oreficeria di Vicenza tra gli altri), dai marmi (Carrara) al merletto (Offida), dai mobili (Bassanese) alle borse (Tolfa), dalla coltelleria (Frosolone) alle pietre (Cuneo).

I requisiti per ottenere quello che è a tutti gli effetti un titolo di proprietà industriale sono tre: il prodotto deve essere originario di un determinato territorio; la qualità e la reputazione devono essere attribuibili all’origine geografica; almeno una fase di produzione deve essere svolta in quella zona.

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Fonte: Il Sole 24 Ore