Dalle aree marine protette ai parchi eolici, crescono i freni ai nostri pescatori
Ci sono le nuove aree protette e gli ulteriori divieti per la pesca a strascico. I parchi eolici offshore in costruzione e i nuovi limiti per la pesca in profondità. Se tutto quello che oggi bolle in pentola nella stanza dei bottoni di Bruxelles andrà in porto, la pesca sarà inibita in più del 70% del Mar Mediterraneo, con buona pace dei nostri 12mila pescherecci.
L’allarme arriva dalla Flai, il sindacato agroindustriale che fa capo alla Cgil, che ieri a Roma ha presentato un corposo studio per ricostruire la nuova mappa degli spazi per la pesca marittima in Italia, così come verrà rimodellata dai limiti normativi in arrivo a livello europeo e nazionale.
L’intento dei provvedimenti è lodevole e mira ad aumentare la sostenibilità ambientale garantendo la conservazione dell’habitat marino e il suo ripopolamento. Ma il combinato disposto di tutte le restrizioni, dicono i lavoratori della pesca, rischia di diventare un boomerang contro un settore già martoriato, che negli ultimi dieci anni ha perso il 2o% della flotta, ha visto diminuire il volume del pescato del 16% e oggi riesce a garantire all’Italia solo il 27% di tutto il pesce che consuma.
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Fonte: Il Sole 24 Ore
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