L’Informatore Agrario
Il settore vitivinicolo italiano tiene sui mercati internazionali, ma per stare al passo con Paesi più dinamici è indispensabile diversificare i mercati di esportazione aumentando comunicazione e presenza in quelli emergenti, non limitandosi solo ai più consolidati. Il vino imbottigliato – vini fermi e frizzanti in contenitori della capacità uguale o inferiore ai due litri, non comprendente i vini spumanti – rappresenta il 72% del commercio mondiale di vino in valore, davanti al vino spumante (18%) e al vino sfuso (10%).
Nonostante nell’ultimo decennio l’egemonia dei produttori europei sia diminuita drasticamente, i tre principali esportatori comunitari, ovvero Italia, Francia e Spagna, sommano tuttora da soli il 55% del volume esportato a livello globale, nonché il 56% del valore (grafico i A e B). Tale quota si sta però contraendo di anno in anno, a causa della crescente dinamicità dei Paesi produttori del Nuovo mondo. Il leader del mercato è la Francia, che rappresenta su scala mondiale il 18,4% dell’export in volume, ma soprattutto il 29,2% di quello in valore, grazie all’elevato prezzo medio di vendita dei suoi vini (5,17 euro/L). Il secondo esportatore per importanza è l’Italia, che al contrario si propone sul mercato con un prezzo inferiore a quello medio internazionale (2,75 contro 3,04 euro/L) e per questo, pur essendo il principale esportatore mondiale in volume con una presenza sul mercato superiore al 23%, occupa una quota in valore inferiore al 20%.