Toscana Oggi
Stagione «nera» per la più buona ed amata regina dell’autunno: la castagna. Dopo l’olio con un raccolto che si avvia verso un generale dimezzamento, anche per «l’italico albero del pane» – così lo chiama Giovanni Pascoli – le previsioni non sono affatto positive. A fornire un primo bilancio è Coldiretti di Massa – Carrara che teme insieme al progressivo abbandono dei castagneti, una nuova invasione di castagne dall’estero per compensare una domanda che in questi mesi è molto importante. Elemento basilare dell’alimentazione e del sostentamento dei lunigianesi (e dei toscani) per secoli, la generosità dei boschi della Lunigiana è costretta a fare ancora i conti con gli effetti del cinipide galligeno
«la vespa killer» che arriva dalla Cina, malgrado i primi incoraggianti segnali di «guarigione», e con le condizioni climatiche sfavorevoli che hanno aggravato un andamento già di per se molto negativo. In Lunigiana, così come nelle montagne massesi, si raccoglieranno dal 50 per cento al 60 per cento di castagne in meno con conseguenze su due dei prodotti simbolo della nostra biodiversità agroalimentare: la Farina di Castagne della Lunigiana DOP ed il Miele della Lunigiana DOP.