Per il Prosciutto di Parma DOP volontà e reattività per uscire quanto prima dal momento critico di emergenza. Ma anche fiducia che qualcosa si stia muovendo in senso positivo. Ecco il Consorzio del Prosciutto di Parma che registra un crollo del fatturato del 30% a seguito della chiusura dei canali Horeca e del calo degli acquisti al banco.
«Oggi siamo molto più fiduciosi, tuttavia restano delle criticità». Il presidente del Consorzio, Vittorio Capanna, è molto chiaro: «La prima criticità riguarda i magazzini, perché l’emergenza ha aumentato ulteriormente le giacenze. La seconda criticità – prosegue – riguarda gli spazi. Con una loro riduzione del 15-20%, dovuto sia alle giacenze sia alle necessità di distanziamento, il ciclo produttivo ne risente. A cominciare dal primo anello della filiera, che si ritrova maiali in stallo col rischio che ingrassino oltre il peso consentito dal disciplinare». A livello di Consorzio, ha pesato il problema della leva dei prezzi, della molta offerta e della domanda abbastanza lenta. «Per far fronte a ciò – prosegue Capanna – abbiamo aumentato di 30 giorni (da 90 a 120) la shelf life del preaffettato per agevolare l’export. Questo ci permette di utilizzare i trasporti via mare anziché aerei riducendo così i costi. Inoltre abbiamo lanciato una nuova strategia di comunicazione per sostenere il consumo del Prosciutto di Parma DOP e riavvicinare i consumatori al banco taglio. In Italia il prodotto in vaschetta è aumentato del 15%, ma rappresenta solo il 10% del volume totale delle vendite domestiche e non compensa quelle al banco taglio».
Per la prima volta il Prosciutto di Parma DOP è stato inserito nel bando AGEA per acquistare beni alimentari destinati agli indigenti, è da poco ufficiale lo stanziamento di 6,5 milioni di euro. E intanto il Ministero ha promosso il mese dei prosciutti DOP. Sul fronte export, mercati come Stati Uniti, Giappone e paesi asiatici si sono fermati perché legati all’ Horeca. Nei due mesi del lockdown l’affettato in vaschetta all’estero ha registrato un + 28%. Con 140 aziende produttrici e 8,9 milioni Prosciutti marchiati nel 2019, la filiera del Prosciutto di Parma conta 3.900 allevamenti suinicoli, 97 macelli, 3.000 addetti alla lavorazione nel settore Prosciutto di Parma e 50.000 impiegati nell’intera filiera.
Fonte: QN