“Chiediamo la convocazione di un tavolo urgente con autorità italiane, europee e belghe per discutere della tutela del Pomodoro San Marzano dell’Agro-Sarnese Nocerino DOP”: sono sul piede di produttori dell’oro rosso campano e ora chiedono un’iniziativa forte da parte del governo italiano. A parlare è Pasquale D’Acunzi, che è stato fondatore e presidente del Consorzio di tutela del Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP ed è oggi membro del Cda. “L’unico Hogan che conosco è un noto marchio di calzature. Non vorrei che questo commissario stia pensando di fare le scarpe all’Italia”. La battuta e l’amarezza rivelano un timore più che fondato, quello di un scippo ai danni della migliore produzione agricola campana. Il riferimento è alla risposta del commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan ad un’interrogazione dell’europarlamentare leghista Mara Bizzotto.
“La varietà di pomodoro San Marzano – aveva affermato Hogan qualche giorno fa davanti al Parlamento europeo – può essere coltivata al di fuori dell’aria geografica delimitata e non è appannaggio dei produttori italiani” e la “Commissione europea non può constatare se le etichette di pomodori prodotti fuori dall’Italia, commercializzati in Belgio ed etichettati San Marzano, costituiscono una evocazione irregolare della denominazione DOP italiana, o un utilizzo lecito del nome della varietà”. Dunque è compito delle “autorità competenti degli Stati membri far rilevare eventuali irregolarità al momento dei controlli effettuati”. Traduzione: se in alcuni Paesi come il Belgio si inscatola pomodoro con la denominazione San Marzano, l’Europa non ci può far nulla. A che serve dunque la tutela del marchio DOP? Se lo chiedono preoccupati gli operatori campani. “Quella del commissario – commenta D’Acunzi al ildenaro.it– è una risposta troppo semplicistica e superficiale. Con le sue parole Hogan afferma un principio che mette a rischio tanti altri nostri prodotti d’origine protetta”. Ricorda che “il pomodoro prodotto qui non è replicabile in altre zone del mondo perché proviene da un terreno con peculiarità uniche in condizioni climatiche particolari”.
Ecco perché, a suo dire, l’Europa dovrebbe tutelare il consumatore da chi con l’etichetta San Marzano cerca di far passare per DOP quello che DOP non è affatto. “Il commissario – attacca ancora D’Acunzi – dimentica che esistono regolamenti europei che difendono i prodotti riconosciuti d’origine controllata da qualsiasi pratica che possa indurre in errore il consumatore”. Insomma, l’Europa “non può lavarsene le mani ma ha il dovere di tutelare le produzioni DOP. Un ragionamento diverso – continua D’Acunzi – sconfesserebbe anche ciò che sta facendo l’ottimo ex ministro De Castro, oggi presidente della Commissione Agricoltura di Strasburgo, al Wto dove si sta cercando di ottenere la tutela dei prodotti DOP anche al di fuori del perimetro europeo. Come dire: se l’Europa non sa difendere le sue eccellenze come può pretendere che lo facciano gli altri?”. Elemento determinante è la questione dei controlli di “cui anche Bruxelles si deve far carico come ci facciamo carico noi inviando nostri ispettori nelle aziende italiane”.
I produttori si attendono sulla vicenda una presa di posizione decisa da parte di Renzi. “Abbiamo già chiesto a Roma di poterci confrontare sulla questione con tecnici altamente specializzati al tavolo del Ministero – conclude D’Acunzi – In quella sede chiederemo al ministro di favorire un vertice con Hogan e le autorità belghe per verificare se la pratica messa in campo da alcuni operatori di quel paese rispondano o meno ai canoni della legittimità”.
Fonte: ildenaro.it