La prima cosa a cui si deve mettere mano è la modifica del disciplinare della Pizza Napoletana STG. La “bomba” è stata lanciata durante il convegno organizzato da Formanentis a Napoli a Palazzo Caracciolo, due giorni di dibattiti e scambi intensi di esperienze e aggiornamenti tra operatori, tecnici, studiosi e giornalisti specializzati. Secondo la leadership dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, è venuto il momento di ripensare al disciplinare per tutelare meglio il marchio di Napoli e la strada non può che essere l’individuazione di una pizza specifica, la Margherita, nata, come vuole la leggenda, in onore della regina Margherita in visita a Napoli.
La pizza è un argomento che scalda e che divide, una grande risorsa, che rischia di disperdersi in tentazioni commerciali ma che però ha consolidato un forte brand in grado di fronteggiare qualsiasi rischio di contaminazione. Lo dimostra l’espansione di questo prodotto in Italia e nel mondo che impone lo stile napoletano dell’impasto idratato e soffice che conferisce quella elasticità indispensabile per mantenerlo cibo da strada e soprattutto cibo popolare.
Il boom degli ultimi cinque anni, complici la crisi economica dei ristoranti e della diffusione su intemet, ha restituito vitalità al settore. Fare il pizzaiolo sino a non molti anni fa non era un mestiere a cui un giovane poteva aspirare. La vera scommessa oggi si gioca sulla formazione e sulla capacità di codificare a livello burocratico un’ dea di pizza che sia al tempo stesso tradizionale e capace di affermarsi nel terzo millennio senza perdere l’identità.
Fonte: Il Mattino