Italia Oggi.
Quote latte, ultimo atto. Dopo oltre trent’anni, il regime europeo di tetti nazionali alla produzione istituito con regolamento n. 856 del 1984 se ne va e si porta via un pezzo di storia dell’intervento pubblico in agricoltura dell’Ue. Tra gli anni 70 e 80 la priorità era evitare le crisi di sovrapproduzione, e il deficit che queste provocavano nelle casse dell’allora Comunità europea. Le quote non servono più in un mondo in cui la preoccupazione principale non è gestire le eccedenze, quanto tutelare gli agricoltori dalla volatilità dei prezzi del mercato mondiale. Per affrontare le crisi future, a sostituire le quote non ci sarà un nuovo quadro comune europeo, quanto una serie di misure attivabili volontariamente dagli stati membri, contenute sia nel cosiddetto «pacchetto latte» del 2012, sia nella riforma della Pac del 2013. E anche allo studio «uno strumento finanziario della Banca europea degli investimenti concepito per arginare la volatilità, in particolare per i settori del latte e della carne suina», ha annunciato il Commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan. Ma tutto è ancora in fase di sviluppo. L’unico meccanismo di politica economica a livello europeo sarà l’Osservatorio di mercato lanciato dalla Commissione nel 2013 per aumentare la trasparenza, che tuttavia presenta ancora parecchi limiti. «Lo rafforzeremo e aggiungeremo nuovi indicatori per renderlo più efficiente», promette Hogan.

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