Secondo un`analisi Crif Ratings sugli andamenti 2021 e 2022, di pari passo con lo sviluppo del settore in termini di valore, si è verificato un incremento della rischiosità. Le cause? Forte esposizione ai prezzi di energia e materie prime
Volendo citare una delle massime più note, si potrebbe dire che nell`agroalimentare italiano “non è tutto oro quel che luccica”. Sotto il profilo del fatturato, è vero, i numeri sembrano delineare i contorni di un comparto in crescita, specie per la sempre maggiore robustezza che il brand “made in Italy” sta assumendo all`estero. Tuttavia, c`è un “però” di primaria importanza: fatturato non fa rima con stabilità.
Secondo un`analisi condotta da Crif Ratings sugli andamenti 2021 e 2022, di pari passo con lo sviluppo del settore in termini di valore, si è verificato un significativo incremento della rischiosità, con i tassi di default che nell`agroalimentare nazionale sono saliti circa di 1 punto percentuale. Specie nel food and beverage, che è arrivato a lambire la quota del 4%. “Questo peggioramento così marcato – interviene Luca D`Amico, amministratore delegato di Crif Ratings – è il riflesso della forte esposizione del comparto al trend dei prezzi delle materie prime e dell`energia, mentre risulta più in linea con le evidenze nazionali la crescita del profilo di rischiosità nel mondo agricolo”, comunque largamente oltre la soglia del 2%.
La prima conclusione che se ne trae è questa: i fatturati record sono stati in larga parte giustificati dalla forte spinta inflativa, che ha condotto le imprese dell`agrifood a correre ai ripari, rivendendo al rialzai listini dei propri prodotti. Non a caso, prendendo come riferimento i numeri dell`export, l`andamento delle vendite non è stato affatto omogeneo in valore e in volume. Secondo l`agenzia italiana, tra l`altro, l`andamento economico atteso per il 2023 non si discosterà molto dalla fotografia scattata sugli anni precedenti. “Nel contesto attuale – spiega infatti D`Amico – il fatturato dell`agroalimentare continuerà a progredire per effetto dell`inflazione, ma allo stesso tempo i margini operativi resteranno sotto pressione”.
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Fonte: Affari e Finanza – La Repubblica