Italia Oggi
Gli Stati Uniti sono pronti a rinunciare al ruolo centrale avuto fino ad oggi nella governance di internet per promuovere una rete più plurale e partecipativa. Potrebbe essere una notizia alla quale brindare, magari con vino Docg. La decisione della National Telecommunications and Information Administration americana di fare un passo indietro nella governance dell’Icann (assegna i domini del web), potrebbe infatti sbloccare la vicenda delle estensioni internet «.vin» e «.wine», che ha scatenato tensioni commerciali stile anni 90 tra Usa e Ue.
Da una parte c’è Bruxelles e i produttori di vino europei che vogliono discutere di limiti per l’assegnazione dei domini succitati, regole che assicurino una tutela alle denominazioni di origine. Washington spinge invece per una linea dura e pura: indicazioni geografiche uguali agli altri marchi. Il timore del mondo del vino, inclusi i produttori californiani, è l’accaparramento dei nomi di dominio o etichette già famose a scopo di lucro. Senza tutele specifiche, è la tesi che gli Usa fino ad oggi non hanno voluto ascoltare, chiunque potrà acquistare i nomi come «bordeaux.vin» o «chianti.wine» danneggiando la reputazione del prodotto e confondendo i consumatori.