Intervento del Direttore generale Fondazione Qualivita Mauro Rosati tenutosi in occasione della II Conferenza internazionale sulle Indicazioni Geografiche “Worldwide Perspective on Geographical Indications” tenutasi a Roma dal 18 al 21 febbraio 2025
Le Indicazioni Geografiche (IG) rappresentano oggi un modello di tutela e valorizzazione del patrimonio agroalimentare e culturale delle nazioni. Se il loro valore economico è ormai consolidato, la crescita e l’evoluzione di questo settore non possono prescindere dalla ricerca scientifica.
I dati che abbiamo presentato, grazie alla collaborazione con Elsevier, alla Seconda Conferenza Globale sulle Indicazioni Geografiche, evidenziano come la produzione scientifica legata alle IG sia in forte espansione, con un aumento del 33% del numero di pubblicazioni negli ultimi cinque anni e un incremento del 57% degli autori coinvolti.
La crescita della ricerca sulle Indicazioni Geografiche a livello globale
L’analisi delle pubblicazioni dal 2019 al 2023 evidenzia come l’attenzione scientifica verso le IG sia in forte crescita, con 1.787 pubblicazioni sul tema. Di queste, ben 58% sono ad accesso aperto, segnale di una volontà diffusa di rendere fruibili i risultati della ricerca su scala globale. Uno degli aspetti più rilevanti riguarda l’aumento delle collaborazioni scientifiche internazionali, che ha raggiunto il 18% del totale. Questo dato dimostra come il tema delle IG sia diventato un’area di interesse condivisa tra diversi sistemi economici e culturali. Tuttavia, nonostante questa espansione, la ricerca sulle IG fatica ancora a ottenere un impatto scientifico significativo. L’indicatore Field-Weighted Citation Impact (FWCI) globale è pari a 0,91, un valore inferiore alla media di riferimento, segnalando che molte pubblicazioni non riescono ad avere una rilevanza tale da influenzare la comunità scientifica. Questo dato suggerisce la necessità di un maggiore dialogo tra ricerca accademica e mondo economico, affinando le metodologie di studio e rafforzando le sinergie con istituzioni e aziende del settore.
Il primato dell’Italia
L’Italia si conferma leader nella ricerca scientifica sulle IG, con 341 pubblicazioni negli ultimi cinque anni, pari a un incremento del 29%. Inoltre, il 65% delle pubblicazioni italiane sono ad accesso aperto, un dato superiore alla media globale.
Un altro aspetto rilevante riguarda il numero di ricercatori coinvolti: 1.438 autori, tra italiani e stranieri, hanno contribuito a studi sulle IG, confermando il ruolo del nostro Paese come punto di riferimento internazionale. Ma il dato più significativo è il valore dell’FWCI dell’Italia, pari a 1,18, ben al di sopra della media globale (0,91). Questo significa che le ricerche italiane sulle IG non solo sono numerose, ma anche più impattanti e citate a livello internazionale.
A contribuire a questo primato è la forte collaborazione tra istituzioni accademiche, enti di ricerca e Consorzi di tutela. In particolare, emerge una stretta cooperazione tra Italia e Francia, con 24 pubblicazioni congiunte tra istituzioni italiane e l’INRAE (Institut National de Recherche pour l’Agriculture, l’Alimentation et l’Environnement), uno dei più importanti centri di ricerca europei sul tema.
Questo legame conferma come l’asse Italia-Francia sia cruciale per il progresso delle IG a livello europeo, contribuendo alla definizione di strategie comuni per la valorizzazione e la tutela delle denominazioni.
Le nuove frontiere
Le tematiche emergenti nella ricerca sulle IG riguardano diversi aspetti, tra cui:
- L’impatto economico e sociale delle IG sui territori locali, evidenziando come la certificazione geografica contribuisca allo sviluppo rurale.
- Le dinamiche di mercato, analizzando l’influenza delle IG sulle scelte dei consumatori e sui flussi commerciali globali.
- L’innovazione di prodotto, per bilanciare tradizione e modernizzazione nel settore agroalimentare.
- Le strategie legali per la protezione delle IG, con un crescente focus sul contrasto alla contraffazione e sulla tutela della proprietà intellettuale.
- La sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’agricoltura rigenerativa, all’economia circolare e alla riduzione dell’impatto climatico.
Uno degli aspetti più innovativi della ricerca riguarda la protezione delle IG nel contesto digitale. Con l’espansione del commercio elettronico, le IG sono sempre più vulnerabili alla contraffazione. Per questo, le ultime ricerche si stanno focalizzando sull’uso di blockchain e intelligenza artificiale per garantire tracciabilità e autenticità ai prodotti certificati.
La ricerca come leva strategica per il futuro
I dati dimostrano che la ricerca scientifica è uno strumento essenziale per rafforzare il sistema delle IG e garantirne la competitività nel lungo periodo. Tuttavia, affinché il settore possa trarre pieno beneficio dall’innovazione, è necessario un impegno coordinato tra governi, istituzioni accademiche e Consorzi di tutela. Investire in ricerca non significa solo migliorare la qualità delle IG, ma anche rafforzare il loro valore economico e sociale. L’esperienza dell’Italia, che in questi anni abbiamo cercato di supportare con la Fondazione Qualivita, dimostra che una strategia ben strutturata, basata su collaborazione tra scienza e imprese, è la chiave per il successo.
Il futuro delle IG dipende dalla capacità delle singole nazioni di sostenere la ricerca e integrarla con politiche di tutela, promozione e innovazione. La Seconda Conferenza Globale sulle IG ha evidenziato questa necessità e ha ribadito che solo attraverso un approccio scientifico e internazionale sarà possibile affrontare le sfide e cogliere le opportunità di un settore in continua espansione. Con l’avanzare della digitalizzazione, dei cambiamenti climatici e dell’evoluzione dei mercati globali, la ricerca rappresenta il vero motore per lo sviluppo delle Indicazioni Geografiche nel mondo.
Mauro Rosati, Direttore generale Fondazione Qualivita
Fonte: Consortium 2025_01