Una piccola idea quella che sta nascendo in seno al Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano. Una rivoluzione dettata dalla crisi, senz’altro, ma anche un cambiamento necessario. Con l’obiettivo di affrontare il mercato con nuovi e significativi strumenti. Si parla di cambiare il disciplinare di produzione, attraverso alcune nuove norme e ne stanno parlando le singole sezioni che raggruppano i soci del Consorzio.
In dettaglio le proposte al vaglio in questi giorni delle singole assemblee zonali.
Legame col territorio: Si tratta di legare in modo indissolubile il prodotto al latte prodotto da vacche nate e allevate in territorio. Un cambiamento necessario per legare ancor di più il Parmigiano Reggiano DOP al suo territorio di origine. La proposta incontra il favore di gran parte dei produttori ma andrà prevista una dilazione per l’introduzione della normativa per agevolare i produttori che hanno bisogno di tempo per mettersi a norma.
Età in etichetta: Si tratta di un primo e significativo passo verso l’obiettivo, da molti riconosciuto come fondamentale, dell’etichetta democratica. Nello scaffale del supermercato oggi le punte di Parmigiano Reggiano DOP risultano spesso tutte uguali, indistintamente accatastate insieme e nemmeno l’età del prodotto è obbligatoria. Rendere dunque obbligatorio definire l’età e il mese di realizzazione (alcuni mesi sono preferibili ad altri per la scelta del prodotto) offre almeno una chiave di lettura per il consumatore attento che, diversamente, sceglie solo in base al prezzo. Ancor più trasparente sarebbe definire il produttore, proprio perché benché il Parmigiano Reggiano DOP rimanga un prodotto di grande qualità non tutte le punte riescono uguali. E la differenza, all’interno di un contesto disciplinare unico, può rappresentare anche una risorsa.
Fonte: Prima Pagina