La Grappa IG segna un primato: riconosciuto dal MASAF, con decreto pubblicato in GU il 28/10/2025, il primo Consorzio di Tutela per una bevanda spiritosa a Indicazione Geografica

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha ufficialmente riconosciuto il Consorzio nazionale per la tutela della Grappa, come emerge dall’Osservatorio Qualivita è il primo consorzio di tutela riconosciuto di una bevanda spiritosa a Indicazione Geografica (IG).

Il decreto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 ottobre 2025 (Serie Generale n. 251), stabilisce il riconoscimento del Consorzio nazionale per la tutela della Grappa ai sensi dell’art. 1, comma 5 della legge 28 luglio 2016, n. 154 e conferisce al Consorzio l’incarico di promozione, valorizzazione, vigilanza, tutela, informazione al consumatore e cura generale degli interessi della Grappa IG, che ha come ente di controllo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Vai alla scheda Qualigeo.eu).

Un traguardo storico per il comparto degli spirits italiani

Questo riconoscimento segna un passo importante per l’intero settore degli spirits Made in Italy: per la prima volta una IG delle bevande spiritose può avvalersi di un Consorzio di tutela incaricato di svolgere le funzioni di promozione, valorizzazione, vigilanza, tutela, informazione del consumatore e cura generale degli interessi della Grappa IG.

I numeri degli Spirits IG

L’Italia possiede 36 IG delle bevande spiritose: considerando le 857 denominazioni DOP IGP STG – di cui 330 prodotti agroalimentari e 529 prodotti vitivinicoli – si raggiunge un totale di 895 Indicazioni Geografiche nel Paese.  (STATISTICHE ITALIA >>).

Obiettivi del Consorzio
Con questo incarico, il Consorzio nazionale per la tutela della Grappa avrà le seguenti funzioni:

  • vigilare sull’osservanza delle disposizioni che regolano l’IG «Grappa»;
  • promuovere la valorizzazione del prodotto, anche nei mercati esteri;
  • informare e tutelare il consumatore affinché la denominazione IG identifichi prodotti che rispondano a criteri qualitativi definiti e trasparenti;
  • curare ogni altra attività utile alla tutela della denominazione.

Fonte: Fondazione Qualivita

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