Gazzetta di Parma
«La pizza è il cargo che porta i prodotti tipici italiani sulle tavole di tutto il mondo». L’immagine, incisiva, è di Pasquale D’Acunzi, presidente del Consorzio di Tutela del Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino DOP. L’ha formulata durante il convegno dal titolo «La pizza napoletana per valorizzare e tutelare le Dop italiane. Il caso della Mozzarella di Bufala Campana DOP», organizzato ieri nella Sala dei Trecento, alle Fiere di Parma, all’interno del Pizza World Show. La pizza, infatti, non è solo impasto: sopra, a secondadellafantasia del pizzaiolo, ci può finire una vasta gamma di ingredienti e prodotti. Possibilmente di alta qualità. È così che un semplice cornicione di pasta, diventa veicolo del made in Italy. «Nel 1984, quando siamo nati – spiega Antonio Pace, presidente e fondatore del l’associazione Verace Pizza Napoletana-, ci siamo proposti di elevare la pizza da prodotto popolare a piatto di alta gastronomia. Estato naturale, quindi, partiredai prodotti tutelati, come, tra gli altri, il pomodoro San Marzano e la Mozzarella di Bufala Campana. Oggi, quest’ultima rischia di scomparire per una legge ingiusta, tirata fuori da un cassetto, all’improvviso». La normativa sul banco degli imputati è la legge Zaia (205/2008) voluta dall’ex ministro delle Politiche agricole: stabilisce che la lavorazione della mozzarella di bufala, dal 30 giugno, potrà essere effettuata solo in stabilimenti esclusivi e non destinati anche alla lavorazione di altri latticini.
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