Si punta decisi sull’alta qualità con rese in vigna molto contenute con la modifica al disciplinare Monferrato Nebbiolo DOP, approvata all’unanimità dal Comitato Vitivinicolo regionale mercoledì scorso, anche l’enologia dell’Astigiano, e più in generale tutto il Monferrato, potrà fregiarsi di due tipologie di nebbiolo, vitigno da sempre presente in questo areale: “Monferrato Nebbiolo” e “Monferrato Nebbiolo Superiore”.
“Di fatto – rileva il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – viene regolarizzata una situazione da sempre presente nel Monferrato. Il Nebbiolo è sempre stato coltivato, anche perché era già un vitigno raccomandato dalla Regione Piemonte, ed è anche da sempre vinificato da numerosissimi vignaioli. Pur avendo quindi tutte le caratteristi per potersi fregiare di una DOP, finora non era possibile farlo. E’ così che l’inserimento del nebbiolo nella DOP Monferrato, ora colmerà questa lacuna. Per i viticoltori è sicuramente un’opportunità in più per dare reddito alle aziende, per il territorio è la possibilità di aggiungere e sviluppare un nuovo brand”.
Da notare come la zona di produzione dei vini a denominazione di origine “Monferrato”, così come definita dal rinnovato disciplinare, non sia cambiata e ricomprenda sempre i 118 comuni della provincia di Asti e 113 di quella di Alessandria. Nell’ambito della denominazione, permane invariata anche l’area di produzione definita con la menzione geografica “Casalese”, che è più ristretta e comprende 39 comuni dell’Alessandrino.
La modifica del disciplinare prevede due tipologie a base nebbiolo, Monferrato Nebbiolo con 12 mesi di affinamento e una Monferrato Nebbiolo Superiore 18 mesi di cui 6 in botti di legno.
Fonte: La Stampa