Mangia locale non è solo uno slogan ma un appello accorato per attenuare le grosse perdite al quale sta andando incontro la filiera dell’agnello sardo. L’emergenza sanitaria del Coronavirus rischia di trascinare nel baratro le principali filiere della nostra economia agricola. Fra queste sicuramente quella dell’agnello che in vista della Pasqua rischia una ennesima perdita stimata dal Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp oltre 7 milioni di euro a livello regionale e 20milioni di euro a livello nazionale.
Nonostante l’emergenza sanitaria proseguono normalmente le attività della filiera dell’agnello di Sardegna Igp. Nei primi 10 giorni di Marzo sono stati macellati in Sardegna circa 40 mila agnelli, 72% dei quali certificati come Igp. Di questi, il 70% è finito sul mercato nazionale mentre il 30% è stato esportato in Spagna (circa 12 mila) che come ogni anno in questo periodo assorbe buona parte degli agnelli macellati nell’isola.
“Siamo a ridosso di Pasqua, che insieme al Natale rappresenta il momento di maggior consumo dell’agnello – dice il presidente del Consorzio di Tutela Battista Cualbu -. Attualmente sono pronti 350 mila agnelli da latte, 150mila dei quali Igp di Sardegna. Solo con l’aiuto di tutti possiamo scongiurare l’ennesima calamità per i pastori”. Il Consorzio è attivo su più fronti. “Stiamo chiedendo interventi straordinari ed immediati al Governo per promuovere misure di sostegno urgenti per l’agnello da latte italiano come l’ammasso privato ed un premio alla macellazione con regole trasparenti e condivise che tutelino allevatori e macellatori” evidenzia il presidente del Contas Battista Cualbu. “Ma occorre anche attivare con urgenza una campagna di promozione per incentivare il consumo dell’agnello italiano all’insegna del claim: ‘Salva le tradizioni tipiche della nostra cultura e aiuta i pastori italiani’ sostengono Cualbu e Carlo Siciliani presidente Uniceb (Unione importatori esportatori industriali, commissionari grossisti ingrassatori macellatori spedizionieri carni bestiame e prodotti derivati).
Ma l’appello è anche alla grande distribuzione e ai consumatori italiani: “quest’anno sarà una Pasqua anomala per tutti – sostiene Battista Cualbu – ma non per questo dobbiamo rinunciare di portare a tavola il simbolo della festività pasquale, l’agnello. Compriamo italiano, compriamo l’agnello con il marchio Igp di Sardegna, rispetteremmo la tradizione e sosterremmo concretamente i pastori. Allo stesso tempo chiediamo un impegno ai supermercati e i punti vendita affinché facciano squadra e promuovano l’Agnello di Sardegna IGP”.