Presidente da poco meno di un anno dopo dieci da vice, Silvano Brescianini è l`uomo chiamato a guidare il Consorzio Franciacorta negli anni Venti del Duemila. Il dg di Barone Pizzini dovrà affrontare – e ha già iniziato a farlo diverse sfide strategiche, dall`espansione sui mercati esteri alla ricerca in campo agronomico ed enologico.
Presidente, come si affaccia la Franciacorta al nuovo decennio?
«L`innovazione tecnica è in continua evoluzione, abbiamo cambiato il disciplinare cinque volte in vent`anni. Nel 2017 abbiamo inserito il vitigno Erbamatt dopo dieci anni di ricerca; un risultato importante sotto l`aspetto agronomico ma adesso dobbiamo comprenderne e analizzarne gli sviluppi sul piano enologico. Ci vorranno 5-10 anni per capire il comportamento in bottiglia di quest`uva».
Quale invece la situazione dal punto di vista commerciale?
«Siamo un territorio relativamente piccolo con un mercato prevalentemente nazionale, ma intendiamo rafforzare la nostra presenza all`estero dove siamo sbarcati otto anni fa, in Stati Uniti e Giappone per poi arrivare anche a Inghilterra e Germania. Quest`anno abbiamo aggiunto Hong Kong, una novità importante per aggredire un mercato significativo come quello asiatico. L`export rappresenta il 13% del nostro mercato e conta soprattutto sulla ristorazione italiana all`estero, storicamente il primo ambasciatore del made in Italy nel mondo».
Quali sono i Franciacorta più apprezzati sul mercato?
«Il Brut fa sempre la parte del leone. Il Satèn è particolarmente apprezzato all`estero; piace il fatto che sia un`unicità del nostro territorio».
Il riscaldamento globale mette a dura prova la viticoltura: vi preoccupa la situazione, in una zona sostanzialmente pianeggiante come la Franciacorta?
«La Franciacorta ha vigneti che vanno dai 160 ai 350-400 metri, l`altitudine di Trento: la definirei zona collinare, non pianeggiante. Detto questo, siamo agricoltori e chiaramente ci interessa tutti ciò che accade sopra le nostre teste, ma fortunatamente esistono diverse soluzioni per far fronte ai problemi determinati dai cambiamenti climatici».
Dalla spumantizzazione della Ribolla Gialla all`Alta Longa piemontese, negli ultimi anni il panorama del metodo classico italiano ha mostrato un notevole dinamismo: uno stimolo o un problema per voi?
«Noi dobbiamo guardare in casa nostra, continuare sul no- stro percorso di costante ricerca della quali- tà. Poi ben venga se anche altri producono bollitine di un certo livello».
Archiviato il Franciacorta in Cantina, sono i prossimo ti eventi di promozione?
«A inizio ottobre saremo alla Milano Wine Week, dove sono in programma una serie di eventi e avremo un nostro distretto all`interno della manifestazione. A metà novembre ci sarà invece una missione a Tokyo, per consolidare un nostro sto- rico mercato estero come il Giappone».
Fonte: QN