«Le castagne si vanno a prendere dalle altre parti – spiega il presidente dell’associazione castanicoltori Vallecimina, Roberto Colla – vanificando l’obiettivo per cui sono nate le azioni di valorizzazione dei territori». Purtroppo quest’anno al cinipide, l’insetto che ha devastato i raccolti negli ultimi anni, si è aggiunto un fungo che ha impedito l’impollinazione della Castagna di Vallerano DOP. Tradotto: il raccolto è andato a farsi benedire. «è necessario fare chiarezza – riprende Colla – sulla filiera del prodotto. E’ noto che il prodotto dei Cimini, da diversi anni, registra un calo sempre crescente a causa delle infestazioni del cinipide, a cui quest’anno si è aggiunto anche un parassita. Per il contrasto del quale, a differenza del cinipide, ancora tutto resta da sperimentare. E allora, che l’ente camerale si interessi delle feste della castagna senza prodotto locale appare, a dir poco, un modo disinvolto di rappresentare, finanziandola addirittura, una realtà che non esiste».
Secondo i produttori servono aiuti concreti da parte delle istituzioni: «Fanno sorridere – continua Colla – le promesse dell’ente camerale su nuovi progetti e indicazioni utili per i coltivatori. Ma cosa ha fatto finora la Camera di commercio? Dal 2010, anno che segna la perdita massima del raccolto, le castagne vengono dall’estero, con la conseguenza che si è perso lo storico mercato di Vallerano e dei Cimini». La riprova nella sospensione della Castagna di Vallerano DOP: «Si è reso necessario questo provvedimento – spiega il presidente della Vallecimina – perché non c’è più prodotto. D’intesa con la Camera di commercio e il ministero, che ha ratificato il provvedimento, abbiamo deciso di sospenderla fin quando non torneremo a raccogliere frutti».
Fonte: Il Messaggero