L’Asti DOP punta per il 2019 a 87 milioni di bottiglie, in linea con i traguardi raggiunti negli ultimi anni dalla denominazione più famosa del mondo per le bollicine aromatiche. Il mercato degli spumanti dolci ha manifestato negli ultimi tempi segnali di stagnazione se non di crisi. Tuttavia, i produttori astigiani hanno mantenuto le posizioni e osservano in particolare un forte incremento della tipologia Moscato d’Asti, che oggi rappresenta il 40% della produzione totale, per un quantitativo superiore intorno ai 35 milioni di bottiglie.
Il resto è rappresentato dall’Asti DOP Spumante (ca. 50 milioni di bottiglie) e in piccola quota, circa due milioni di bottiglie, dal nuovo Asti DOP Secco. Forte attenzione da parte del Consorzio, anche verso l’estero, giustificata dai dati della Denominazione che ne indicano una chiara propensione all’export. Oltre l’85% degli 87 milioni di bottiglie di Asti e Moscato d’Asti DOP prodotte è, infatti, collocato sui mercati internazionali. L’Asti DOP Dolce è esportato prevalentemente sul mercato europeo, con in testa Russia (21%), Germania (13%), e poi Stati Uniti (10%).
I circa 35 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti DOP sono invece richieste soprattutto negli Usa, che da soli assorbono il 66% del prodotto, seguiti da Italia (11%) e Corea del Sud (5%). L’Asti DOP Secco, ad oggi prodotto in circa 2 milioni di bottiglie, oltre che in Italia (58%), è consumato anche in Giappone (16%) e Corea del Sud (5%).
Fonte: beverfood.com