Il Resto del Carlino
Si prepara al suo battesimo del fuoco il neonato Consorzio di tutela dell‘Aceto balsamico di Modena IGP. Perché a giorni tra il 5 e l’8 maggio – si terrà a Parma la prestigiosa kermesse Cibus, e per i nuovi “difensori dell’oro nero spilambertese” sarà di fatto la prima occasione pubblica per chiarire di fronte agli addetti ai lavori – e non solo – i propri obiettivi e strategie anti-contraffazione. Ovvero le ragioni che pochi mesi fa hanno portato alla fusione dei due storici Consorzi Igp in un unico soggetto di tutela
un traguardo inseguito per oltre un decennio, sfuggito più volte nel corso degli anni, e raggiunto infine negli ultimi giorni del 2013. Quando al vertice dei due gruppi di produttori si sono ritrovate, per la prima volta, due imprenditrici donne: Sabrina Federzoni e Mariangela Grosoli. Il tocco femminile, insomma, nelle difficili oscillazioni tra diplomazia e pragmatismo, tutto sommato si vede. Eccome. Ad ogni modo il nuovo Consorzio per la tutela dell’Igp è stato senz’altro un passo avanti per tutto il settore nella lotta agli abusi sulla denominazione del prodotto. Che restano, in particolare all’estero, una piaga tutt’altro che risolta. Come confremato dal presidente del Consorzio, Stefano Berni, pronto a rimarcare che «vogliamo fare chiarezza sull’utilizzo della denominazione, contribuendo in questo modo a rendere consapevoli i consumatori sul prodotto che acquistano e aiutarli nella scelta. Se si trasmettono informazioni corrette, il consumatore che acquista un falso lo fa con la consapevolezza di farlo».