Il nuovo numero di Consortium, con la pubblicazione in allegato della Ricerca IG, ha dato vita al primo step del percorso intrapreso da Fondazione Qualivita per raccontare al meglio la ricerca scientifica delle Indicazioni Geografiche.

Un’analisi delle modifiche ai disciplinari di produzione nel settore ortofrutticolo nell’Unione Europea

A cura di: Andrea Marescotti, Xiomara F. Quiñones-Ruiz, Hanna Edelmann, Giovanni Belletti, Kristina Broscha, Christine Altenbuchner, Marianne Penker e Silvia Scaramuzzi.

Le denominazioni d’origine protetta (DOP) e le indicazioni geografiche protette (IGP) sono riconosciute nell’Unione Europea da oltre tre decenni attraverso un solido quadro giuridico. Di recente si è registrato un aumento del numero di modifiche ai disciplinari di produzione dei prodotti delle DOP/IGP registrate.

Questo lavoro intende comprendere l’evoluzione dei disciplinari all’interno della classe di prodotti ortofrutticoli DOP/IGP. Fino al 31 dicembre 2018, sono state registrate 379 DOP/IGP nella classe dei prodotti ortofrutticoli e sono stati approvati 81 emendamenti, ciascuno contenente una o più modifiche delle regole contenute nei disciplinari.

La ricerca ha previsto:

  1. l’analisi di tutte le modifiche ai disciplinari di produzione approvate dalla UE;
  2. l’identificazione del tipo di regola modificata;
  3. l’analisi delle conseguenze delle modifiche apportate in termini di maggiore o minore flessibilità delle regole
  4. l’analisi delle motivazioni addotte dai produttori per giustificare la necessità di una modifica al disciplinare.

I risultati dell’analisi mostrano come nel complesso gli emendamenti abbiano portato a norme più flessibili in particolare in Italia e in Spagna, mentre in Francia la situazione appare maggiormente diversificata. Per quanto riguarda le motivazioni, quelle più significative hanno riguardato i cambiamenti del mercato, le nuove tecnologie disponibili e il rafforzamento della qualità dei prodotti, mentre le preoccupazioni ambientali hanno avuto un peso meno rilevante.

Una particolare attenzione è stata infine dedicata all’approfondimento delle modifiche esplicitamente giustificate con motivi ambientali. L’analisi ha mostrato solo un leggero movimento verso regole più rispettose dell’ambiente, e le giustificazioni ambientali sono state spesso utilizzate “indirettamente” come mezzo per ottenere una migliore competitività commerciale, soddisfare la nuova domanda del mercato e ridurre i costi di produzione. Questi risultati sembrano coerenti con i precedenti studi, che hanno indicato le forze di mercato come la motivazione primaria che spinge i produttori a modificare i disciplinari di produzione.

 

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INTERVISTA AI RICERCATORI