La discussione sul nome dei vini è alla stretta finale. Uno – il Vino Nobile di Montepulciano DOP – è in Toscana, sulle colline che dominano la Valdichiana, l’altro – Il Montepulciano d’Abruzzo DOP – è coltivato in tutta la regione abruzzese. Uno è minuscolo, ma storico e nobile, l’altro è dieci volte più esteso e grande, come le sue ambizioni. Il problema? È che, i due vini, condividono (malvolentieri) lo stesso nome: Montepulciano. Una lotta che dura sottotraccia da almeno due secoli ma che, da quando sono cresciute le esportazioni, è diventata ancora più accesa.
A breve la regione che si affaccia sull’Adriatico otterrà l’agognata registrazione del marchio collettivo Montepulciano d’Abruzzo. Una scelta che ha sollevato non poco il presidente del Consorzio tutela vini d’Abruzzo, Valentino Di Campli: «Finalmente viene riconosciuto il nostro diritto di tutelare il nostro vino con un marchio collettivo, per ora a livello nazionale. Questo apre la strada al riconoscimento a livello europeo e, più tardi, alla tutela in tutto il mondo».
«Abbiamo voluto dare un segnale di distensione evitando di appellarci a questa decisione. Ma secondo noi così si ingenera confusione nel consumatore che, soprattutto all’estero, fatica a distinguere i due vini» spiega il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Piero Di Betto.
Fonte: Il Venerdì di Repubblica