Sfiora i 90 milioni di euro il comparto del Trento DOP e continua a crescere a due cifre con incrementi di valore superiori a quelli in volume. E aumenta anche il numero delle cantine dell’Istituto Trentodoc, segnale inequivocabile che i produttori hanno sempre più chiara la vocazionalità del territorio a produrre metodo classico. Il mercato di riferimento per le “bollicine di montagna” è sempre quello italiano ma, “seminando in promozione” e aumentando il numero di bottiglie, crescerà nel medio-lungo periodo anche l’export.
I dati 2016 mostrano un importante segnale positivo, una maggiore crescita del valore sui volumi (14% contro 10%) per 90 milioni di euro di fatturato e più di 8 milioni di bottiglie vendute. Il trend positivo continua? La risposta è positiva: parola di Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trentodoc. “Gli ultimi dati disponibili dell’Osservatorio, quelli relativi al 2016, hanno confermato la tendenza positiva – spiega Zanoni – ed anzi evidenziano una accelerazione con una crescita del 10% in volume, superando di poco gli 8 milioni di bottiglie, e del 14% a valore, arrivando a sfiorare i 90 milioni di euro per il comparto Trento DOP. Il mercato sta premiando la qualità del nostro prodotto confermando una tendenza che oramai è di qualche anno”.
Il Trento DOP tocca i 90 milioni euro di fatturato per 8 milioni di bottiglie vendute, solo 20 per cento sui mercati esteri. Una delle componenti dell’aumento del valore del Trento DOP è la maggior produzione, o meglio l’entrata in commercio di un maggior numero di bottiglie di tipologie più pregiate, quelle che rimangono più a lungo sui lieviti. E la tendenza coinvolge trasversalmente sia i piccoli produttori sia i grandi. Il Trento DOP è il metodo classico italiano con maggior vocazione all’esportazione, ma le spedizioni verso i mercati esteri rimangono intorno a una media sul totale della produzione pari al 20%, e la sensazione è che i produttori, pur non tralasciando l’export, cerchino prevalentemente una maggior penetrazione nel mercato domestico.
“Quello italiano rimane il mercato di elezione – continua Zanoni – e la crescita è stata all’incirca omogenea tra Italia ed estero. Gli Stati Uniti sono oggetto ormai da un biennio di una campagna finanziata dai fondi dell’Unione Europea, che proseguirà nei prossimi anni”.
Fonte: Wine News