Il Salvagente
Molti italiani non sanno che il pesce che comprano e cucinano regolarmente può nascondere una frode invisibile anche agli occhi più esperti. Tonno, alici, orate, spigole: sono tante le specie di pesce che, prima di fare bella mostra di sé sul banco dei venditori, possono essere “ritoccate”. Proprio così, esistono dei metodi di “maquillage” dei prodotti ittici, alcuni persino legali, che servono a far credere al consumatore di aver comprato un pesce più fresco di quan to realmente non sia. Alcuni di questi sistemi, Il Salvagente li aveva già illustrati in un’inchiesta del 2011, ma a distanza di due anni la pratica non sembra essere scomparsa, come dimostra la denuncia di Silvio Greco, responsabile scientifico di Slow Fish: “Sono tante le segnalazioni che riceviamo dai mercati nazionali e da diverse marinerie di porto, sulla presenza nei pesci di additivi vietati. Uno in particolare è il cafados. Si tratta di una miscela di acido citrico, citrato di sodio e perossido di idrogeno”. Viene utilizzato come sbiancante, conservante e battericida. “Il problema – spiega Greco – è che queste sostanze, che non sono pericolose per la salute umana direttamente, mascherano lo stato di freschezza del pesce. E questo può creare problemi, come nel caso del tonno, che può sviluppare istamina, che è una sostanza pericolosa soprattutto per le persone allergiche”.