Nuova composizione per il consiglio d’amministrazione del Consorzio di Tutela Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOP: Alessandro Nicodemi (Fattoria Bruno Nicodemi) e’ stato confermato presidente, incarico che segue alla sua recente nomina a vicepresidente del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo. La vicepresidenza resta ad Enrico Cerulli Irelli (Cerulli Spinozzi) e cambiano alcuni nomi tra i consiglieri d’amministrazione. Il nuovo cda, oltre a Nicodemi e Cerulli Irelli, vede infatti in carica, per i prossimi tre anni, Giovanni Barbra (Barba), Gianluca Galasso (San Lorenzo), Gaspare Lepore (Lepore), Emilia Monti (Monti) e Marco Scarinci (Gruppo Fantini-Farnese).
“Sono molto soddisfatto della nuova composizione del nostro Cda – commenta Nicodemi – si tratta di produttori di calibro, legati al proprio territorio, impegnati in aziende che esprimono prodotti di alta qualita’ e carattere e che certamente porteranno nella guida del Consorzio le proprie specifiche competenze. Sono onorato della conferma del mio ruolo di presidente, con questo nuovo mandato proseguiro’ la strada gia’ intrapresa negli scorsi anni, ovvero far conoscere e apprezzare oltre i nostri confini, regionali e nazionali, la prima e unica Docg espressa dall’Abruzzo: un vino, il Colline Teramane, che rappresenta un’espressione di Montepulciano d’Abruzzo indissolubilmente legata al premio territorio di origine. Questo, infatti, e’ un anno di grandi novita’ per il Consorzio Colline Teramane che si presenta con un nuovo messaggio, forte e chiaro, ovvero con il vino ‘Colline Teramane’, il rosso DOP da uve Montepulciano d’Abruzzo, anche nella tipologia ‘riserva’, che racconta una zona di produzione anticamente vocata alla viticoltura e storicamente dedita alla vinificazione delle proprie uve. Lo scorso gennaio infatti l’assemblea dei soci produttori ha approvato all’unanimita’ di anteporre l’identificazione territoriale ‘Colline Teramane’ alla denominazione ‘Montepulciano d’Abruzzo’, una scelta che interessera’ il futuro del Consorzio e delle etichette prodotte secondo il disciplinare Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg a partire dalla vendemmia 2016″.
Secondo Nicodemi il “Montepulciano d’Abruzzo DOP non rappresenta piu’ quel brand territoriale che rafforza o crea valore aggiunto ai nostri prodotti, in un contesto di viticoltura e di vino di qualita’, e’ poco credibile una denominazione che ogni anno e’ in grado di sviluppare 150 milioni di bottiglie come il Montepulciano d’Abruzzo DOP; se a questo aggiungiamo che il 70% del prodotto e’ imbottigliato da grandi aziende fuori regione, possiamo ben comprendere come questa denominazione sia sempre meno rappresentativa di un territorio. C’e’ la necessita’ impellente di un radicale cambio di visione. Bisogna valorizzare non solo il prodotto, ma anche e soprattutto l’unicita’ della zona di provenienza, creare e raccontare quel legame fra prodotto e zona di produzione. L’Abruzzo non puo’ e non deve massificare la propria produzione”.
FONTE: Notizie d’Abruzzo