La Cia – Confederazione italiana agricoltori si augura che la quattro giorni del presidente cinese Xi Jinping in Italia diventi un’occasione di sviluppo di importanti strategie cooperative nel settore agroalimentare fra i due Paesi. La precedente visita del ministro degli Esteri di Pechino Wang Yi aveva già anticipato la volontà, da entrambe le parti, a promuovere negoziati sul comparto agroalimentare, con particolare attenzione al tema della sicurezza e all’applicazione di standard igienici elevati per rendere ancora più sicuro il cibo in vendita.
Lo scorso anno, tra dare e avere, l’interscambio commerciale agroalimentare tra Italia e Cina, si è chiuso a favore di Pechino per un valore di 154,5 milioni di euro. Nonostante la posizione di deficit del nostro Paese, dal 2010 a oggi le esportazioni Made in Italy sono aumentate del 129%, quintuplicando l’incremento delle importazioni nello stesso periodo. Tale ultima valutazione, unita al crescente apprezzamento da parte dei consumatori cinesi nei confronti di prodotti simbolo del Made in Italy, come il vino, lasciano intendere quanto strategico sia il mercato cinese per le nostre produzioni.
Siamo molto fiduciosi anche per le parole del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, che ha confermato – dopo il recente viaggio in Oriente – l’impegno bilaterale per uno sviluppo degli scambi sino-italiani nel settore agricolo, che possono aprire orizzonti illimitati. La Cia – agricoltori italiani guarda con favore all’istituzione di gruppi di lavoro dedicati all’export agricolo, come annunciato dal ministero, per meglio aiutare le aziende italiane ad accedere al mercato orientale.
Speriamo che queste opportunità, legate alle esigenze di aumento dei consumi interni della nuova classe media cinese, possano aprire a trattative commerciali strutturate e condivise in ambito Ue, ricalcando il successo di altri trattati di libero scambio come, ad esempio, il Comprehensive economic and trade agreement (Ceta) tra Canada ed Europa, che, dopo annidi dispute commerciali, ha legalmente riconosciuto la tutela sul mercato canadese dello straordinario patrimonio enogastronomico italiano ed europeo rappresentato dal sistema delle indicazioni geografiche, oltre ad aver eliminato barriere tariffarie e non.
A poco più di anno dall’entrata in vigore in via provvisoria del Ceta, il risultato è sotto gli occhi di tutti. La crescita delle nostre esportazioni agroalimentari verso il Canada, in una fase di stallo delle vendite estere agroalimentari verso il resto del mondo, è la dimostrazione dell’infondatezza degli allarmismi e delle opposizioni ideologiche che hanno animato il dibattito. Le previsioni negative sono state categoricamente smentite dalle statistiche ufficiali.
Fonte: Il Sole24Ore